Povertà relazionale tra i banchi di scuola. Lettera

Inviata da Sara Macchioni De Angelis – Lo scarso interesse dello studente per lo studio è frutto di relazioni interpersonali inadeguate e di mancanza di un ambiente sano che incoraggi un apprendimento significativo. L’insegnante che si limiterà alla costruzione di profili professionali conformi soltanto agli scopi educativi delineati nei programmi ministeriali, costituirà un grave intralcio allo sviluppo emotivo degli studenti.

In fondo, la parte più importante del suo lavoro risiede nell’interazione, nella comunicazione e nella costruzione di un clima di serenità e fiducia.
Uno degli impedimenti alla creazione di questo clima di crescita e di sviluppo personale è costituito dalla caduta energetica dell’insegnante e diversi fatti di cronaca recente sembrano mostrare che questo fenomeno è in crescita.

Questo calo energetico si manifesta con sintomi di appiattimento motivazionale, di caduta dell’umore, se non, addirittura, con atteggiamenti di franco malessere che dipingono un complessivo quadro di burn-out.

Pertanto, la pedagogia interviene incrementando progressivamente la capacità di leggere e comprendere gli eventi della quotidianità ed educando a liberare i gesti e le parole dall’intolleranza e dalla povertà espressiva, arrivando a far acquisire alla persona il privilegio di sentirsi davvero vicina agli altri. A dispetto dell’odio e dell’intolleranza, delle paure e del conformismo, sono convinta che la maggior parte delle persone voglia fare lo sforzo di intendersi con il prossimo.

Per adottare una prospettiva di insegnamento più ampia, è necessario considerare la qualità dell’apprendimento e non la quantità di informazioni e contenuti da memorizzare.

La qualità della scuola è, infatti, legata alla capacità degli insegnanti di creare ambienti entro cui sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni, perché, se è vero che la scuola ha la responsabilità di formare futuri uomini e donne, dobbiamo comprendere che non è soltanto la razionalità a determinarci come persone, ma il raggiungimento di un armonico equilibrio tra emozione e
ragione.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario che gli insegnanti siano responsabili ed equilibrati, capaci di emozionarsi e di emozionare gli studenti, trasmettendo loro gli effetti benefici dell’armonia fra la sfera emotiva e quella razionale.

E’ ovvio come insegnanti ansiosi, prescrittivi, punitivi ed autoreferenziali siano lontani dalla possibilità di formare persone emotivamente intelligenti.
La disarmonia tra la sfera razionale e quella emotiva viene inevitabilmente trasmessa attraverso l’insegnamento. Non bisogna dimenticare, infatti, che gli studenti apprendono prima di tutto Noi e poi i contenuti che trasferiamo.

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