Precari, pagati poco e con la valigia pronta. Rapezzi (Flc Cgil): Manca la programmazione, serve chiarezza da Valditara sul futuro degli insegnanti

La scuola è un luogo di incontro e formazione, ma le sfide che affronta sono numerose e complesse. Gli studenti sono diversi per background culturale, inclinazioni e abitudini, e questo crea un mix stimolante ma può anche portare a episodi di razzismo e conflitti.

Gli insegnanti sono fondamentali per guidare e sostenere gli studenti, ma spesso devono affrontare difficoltà. Molti insegnanti lavorano con contratti precari e ricevono stipendi bassi rispetto ad altre professioni, creando instabilità finanziaria e ansia. La situazione è aggravata dal fatto che gli insegnanti italiani sono tra i meno pagati in Europa. Inoltre, la mancanza di pianificazione e programmazione nel sistema scolastico porta a una carenza strutturale di insegnanti in alcune aree, come il sostegno e l’infanzia.

La scuola è anche colpita da problemi strutturali, come l’accorpamento delle scuole senza una valutazione adeguata del numero di studenti per classe. Ciò può portare a classi sovraffollate nelle aree urbane e alla chiusura di scuole nelle aree rurali, costringendo gli studenti a spostarsi e contribuendo alla dispersione scolastica. Il pendolarismo può rendere difficile per gli adolescenti creare reti sociali e spazi di aggregazione nei loro territori.

Affrontare queste sfide richiede un approccio olistico e una visione a lungo termine. È importante garantire uno stipendio dignitoso per gli insegnanti e ridurre la precarietà nel settore. Inoltre, è necessario pianificare attentamente l’accorpamento delle scuole e considerare il benessere degli studenti, riducendo il numero di alunni per classe. La scuola deve essere un luogo inclusivo che rispetti le diverse abilità e background degli studenti, promuovendo metodi di apprendimento adatti a ciascuno.

A L’Espresso interviene Alessandro Rapezzi, componente della segreteria nazionale della Flc-Cgil: “Prima di pensare agli incentivi salariali di cui ha parlato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ritengo che si dovrebbe garantire uno stipendio dignitoso di base per tutti. E fare chiarezza su quali e quanti insegnanti sono necessari al sistema scolastico per offrire una buona qualità della didattica. Oggi, invece, ci sono graduatorie infinite per alcune classi di insegnamento, per storia e filosofia, ad esempio, che costringono tanti precari ad allontanarsi da casa pur di lavorare. Dall’altra parte, c’è una mancanza di docenti strutturale, come succede per il sostegno o per gli insegnanti d’infanzia e primaria. Manca la programmazione”,

Investire nella scuola significa investire nel futuro della società. È essenziale dare valore e riconoscimento al ruolo degli insegnanti e creare un ambiente scolastico favorevole all’apprendimento e alla crescita. Solo così la scuola potrà svolgere appieno il suo ruolo di formazione delle nuove generazioni, preparandole per un futuro di successo e contribuendo a una società più inclusiva e equa.

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