di LUCA ZANINI
Al Ninfeo di Villa Giulia la serata conclusiva. L’autore di «Spatriati» (Einaudi) stravince e ricorda l’amico Alessandro Leogrande. Sul podio Claudio Piersanti e Alessandra Carati. L’omaggio a Raffaele La Capria
Un’edizione senza scossoni, fatta eccezione per l’acquazzone che all’inizio ha costretto tutti sotto i portici nel Ninfeo di Villa Giulia. Battesimo bagnato dunque per Mario Desiati, che si aggiudica il Premio Strega 2022 con Spatriati (Einaudi). Lo scrittore, dato per favorito fin dalla semifinale di Benevento, conquista il podio undici anni dopo la sua prima promozione nella cinquina del concorso fondato nel 1947 da Maria e Goffredo Bellonci: all’epoca, partecipava con il romanzo Ternitti (Mondadori).
La conferma è arrivata dopo mezzanotte nel cortile del Museo Nazionale Etrusco di Roma, quando Giuseppe D’Avino, presidente di Strega Alberti Benevento, l’azienda che fin dalla prima edizione sostiene lo Strega, ha proclamato il vincitore. Desiati non ha bevuto, come da tradizione, il liquore Strega in diretta tv avanti al tabellone: «Lascerò questa bottiglia intonsa — ha detto —. La berrò in Puglia, in ricordo degli scrittori della mia terra, a cominciare da Maria Teresa Di Lascia, che lo vinse nel 1995 e non poté ritirarlo perché morì qualche mese prima. E vorrei aprirla vicino a dove è Alessandro Leogrande, che è un mio amico: la avremmo bevuta insieme».
Desiati ha vinto con un netto distacco: 76 voti sul secondo classificato, Claudio Piersanti con Quel maledetto Vronskij (Rizzoli). I voti degli aventi diritto nel seggio presieduto da Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega 2021 (si sono espressi l’81% dei 400 Amici della Domenica, nucleo storico della giuria, dei 220 studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da Istituti italiani di cultura all’estero, e 40 tra lettori forti e voti collettivi) sono stati chiari. Sul totale di 537 preferenze, Desiati ha avuto 166 voti; Piersanti 90 voti; Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) 83 voti; Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi) 62 voti; Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri) 61 voti; Fabio Bacà, Nova (Adelphi) 51 voti; Veronica Galletta, Nina sull’argine, (minimum fax) 24. A Veronica Raimo, già vincitrice dello Strega Giovani è andato anche lo Strega Off.
Nella serata presentata da Geppi Cucciari all’inizio sotto l’ombrello, la sfida tra Spatriati e Quel maledetto Vronskij, si è giocata negli ultimi minuti ma l’esito era ampiamente previsto. «Il confronto con gli altri autori è stato emozionante — ha detto Desiati, occhi truccati, completo di Valentino, camicia di seta bianca pochette, scarpe rainbow e ventaglio—, perché uno scrive per alimentare i dubbi e non per dare le risposte». Lui che ha vissuto tra la Puglia e Berlino (oggi è a Roma, ma torna spesso in Germania) racconta nel suo romanzo la crescita di due ragazzi «in fuga dagli stereotipi e dalla pressione sociale», trapiantati all’estero ma che rifiutano «il lamento degli expat», che invitano a non sottovalutare «i semi della poesia, l’intreccio delle nostre radici, il nostro mondo interiore». Il tema comune ai due libri è l’esistenza difficile, in giovane come in tarda età, dei protagonisti: «Nel mio primo libro raccontavo degli italiani che emigravano in cerca di lavoro e si ammalavano — ha spiegato Desiati —, perché l’Italia è uno dei Paesi da cui si emigra di più; in questo, ho cercato di rappresentare i giovani che cercano fortuna fuori dal loro ambito familiare, che fuggono. E che possono fallire. Quelli che per scelta o per destino non incarnano i modelli sociali vincenti della nostra società, eppure non per questo rappresentano una generazione persa».
I suoi «spatriati» Francesco e Claudia crescono insieme e si inseguono tra la Puglia e Berlino, andata e ritorno, giovani «divergenti e inquieti» alla ricerca di un equilibrio che non arriva mai, spinti da una volontà strenua di trovare sé stessi e un posto nel mondo, ma ostacolati dai propri dubbi. Mentre nel bel libro di Piersanti, la parabola di una coppia affiatata che, nonostante l’amore, si piega al ricatto della malattia e poi ritrova un’apparente ma caduca serenità, riesce a commuovere chi si avvicina alla terza età con timore e speranza.
È stata una serata all’insegna della partecipazione ritrovata. Con il pubblico delle grandi occasioni e migliaia di spettatori a seguire la diretta su RaiTre in cui c’è staro anche l’omaggio a Raffaele La Capria, scomparso il 26 giugno, che nel 1961 vinse per un solo voto di scarto, con Ferito a morte: «La Capria è stato un maestro della leggerezza e mi piace ricordarlo con il suo sorriso sornione, felpato» ha detto il regista Roberto Andò.
Nella selezione che lo scorso 8 giugno a Benevento aveva portato alla «settina» — conducendo in finale, per la prima volta nella storia dello Strega, ben sette autori anziché i consueti cinque — gli equilibri erano già apparsi chiari nella conta dei voti: in semifinale Desiati era dato per superfavorito, con 244 preferenze a Spatriati e un vantaggio di 66 sul secondo classificato, Piersanti (178), separato di soli tre punti dal terzo, Marco Amerighi (175) che con Randagi ha portato per la prima volta allo Strega Bollati Boringhieri.
Cosa resta, per chi ha giàpotuto leggere i romanzi dei sette finalisti, di questo Premio Strega? C’è come un senso di resa, il cordoglio per le sofferenze altrui, lo sconforto per le incomprensioni familiari che si perpetuano. Solo con la menzogna, nel sapersi inventare un’esistenza diversa e magari mai vissuta, si può sopravvivere ai rovesci della vita e ai sabotaggi perpetrati dai parenti più stretti, sembra dirci Raimo in Niente di vero. Eppure, in questo mare di occasioni mancate e svolte sbagliate, di sliding doors che si aprono sul futuro più grigio, precludendo vite dignitosamente serene, c’è chi trova la forza di sopravvivere: chi reinveste in passioni brucianti il dolore del male di vivere.
8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 01:16)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-07-07 23:16:00, Al Ninfeo di Villa Giulia la serata conclusiva. L’autore di «Spatriati» (Einaudi) stravince e ricorda l’amico Alessandro Leogrande. Sul podio Claudio Piersanti e Alessandra Carati. L’omaggio a Raffaele La Capria, LUCA ZANINI