Primaria, più maestri in deroga

L’ipotesi per un riavvio in sicurezza a settembre. Un docente su cinque ha più di 60 anni

Alessandra Ricciardi su Italia del 28 aprile 2020

No a un aumento dell’orario di lezione per i docenti. La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha smentito che possa essere questa la strada per sdoppiare i gruppi classe e quindi consentire un ritorno a settembre a scuola in condizioni di sicurezza. Sì, invece, al riutilizzo di spazi più ampi, non necessariamente aule, e non è escluso un rafforzamento del contingente di insegnanti, anche se con contratti a tempo determinato, in particolare per scuola dell’infanzia e primaria. L’operazione sarebbe fatta in deroga e solo per l’anno dell’emergenza. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi sono alcune delle ipotesi al vaglio del tavolo sul reclutamento della task force insediatasi presso il ministero dell’istruzione per la ripartenza della scuola. Dove è emerso che se la didattica a distanza può rappresentare l’altra strada per sdoppiare le classi per medie e soprattutto superiori, non funziona per infanzia ed elementari, dove le necessità di apprendimento non possono essere adeguatamente soddisfatte in modalità online. Un piano per l’infanzia è stato annnunciato dallo stesso premier Giuseppe Conte, dopo l’incontro con il Forum delle famiglie.

Intanto si surriscalda il fronte interno alla maggioranza di governo contro la ministra: i capigruppo dei senatori del Pd e di Leu, rispettivamente Andrea Marcucci e Loredana De Petris, hanno annunciato emendamenti al dl scuola che di fatto smantellano i bandi di concorso già ufficializzati dalla ministra e puntano alla stabilizzazione dei precari in prevalenza con i titoli dei precari. Un fronte su cui potrebbe esserci la saldatura con la Lega, che da tempo segue una strada analoga alla sanatoria con il presidente della VII commissione Mario Pittoni. Nella video conferenza tra la ministra Azzolina e i capigruppi della maggioranza, che si è tenuta ieri, Pd e Leu hanno ribadito, alla luce dell’emergenza sanitaria in atto, la richiesta di rivedere le norme concorsuali di reclutamento stabilite nello scorso dicembre per procedere all’assunzione dei precari sin dal prossimo settembre. Visto il no ribadito dalla Azzolina. Marcucci e De Petris hanno annunciato emendamenti dai loro gruppi, che tengono conto dei rilievi posti nel corso delle audizioni in Senato delle forze sociali, associazione e sindacati. L’obiettivo è di valorizzare i titoli ed evitare le prove.

L’ultimo dpcm firmato domenica dal premier proroga fino al 17 maggio le misure di contenimento del contagio da Covid-19 previste per le scuole. Le misure sono contenute nell’articolo 1, comma 1, del dispositivo alle lettere k), l) ed m). E riguardano la sospensione delle lezioni, delle gite, delle riunioni in presenza degli organi collegiali e la previsione (senza disposizioni di dettaglio) della didattica a distanza da attivare a carico dei dirigenti scolastici. Ma è certo che le scuole non riapriranno quest’anno, dice lo stesso premier, ed è tutto da vedere come riapriranno a settembre. A tenere alta l’attenzione è innanzitutto l’età media dei docenti. Dice Conte in conferenza stampa: «È molto complicata la convivenza tra salute e diritto all’istruzione, perché il rischio di scatenare un nuovo innalzamento dei contagi è elevato. Tutti gli studi dicono che avremmo una nuova esplosione in due settimane. L’età media dei docenti è alta, quindi c’è situazione di rischio».

Secondo l’ultimo rapporto Ocse-Talis, al 2018 il 48% dei docenti italiani ha più di 49 anni, la media più alta in Europa. E dati del ministero parlano di un 22% di over 60enni. Insomma, nella scuola quasi metà dei docenti è nelle fasce di età considerate più a rischio. È uno degli elementi che portano i vari comitati a considerare non sicura la riapertura in questa fine di anno scolastico.

Pietro Guerra

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