Primo via libera al voto fuorisede per le europee e i referendum. Entro massimo un anno e mezzo il governo dovrà emanare i decreti legislativi

Il voto fuorisede diventa una realtà più vicina in Italia, grazie alla proposta di legge che ha ottenuto il primo via libera della Camera.

L’obiettivo è delegare il governo a stabilire le norme attuative che permetteranno di votare a coloro che vivono lontano dal proprio comune di residenza. Un cambiamento sostanziale, che mira a rendere più inclusivo il sistema democratico italiano, ma che non manca di sollevare qualche controversia.

Il tempo per l’attuazione della legge è di 18 mesi, quindi entro un anno e mezzo dal suo ingresso in vigore, il governo dovrà emanare i decreti legislativi necessari. Le consultazioni per le quali sarà possibile votare fuorisede sono al momento le elezioni europee e i referendum. Tuttavia, è poco probabile che la legge sia operativa per le elezioni europee del 2024.

Originariamente proposta dalle forze di minoranza, la legge ha subito una notevole trasformazione in commissione. Un emendamento approvato dalla maggioranza di centrodestra ha trasformato la proposta di legge in una legge delega, lasciando al governo il compito di intervenire sulla questione.

Il testo, composto da un solo articolo, fornisce una delega al governo con due obiettivi: regolamentare il diritto di voto per coloro che, per motivi di studio, lavoro o assistenza come caregiver, si trovano in un comune diverso da quello di residenza; e rivedere le tariffe agevolate per i servizi di trasporto per coloro che si recano a votare nel comune di residenza.

Un ulteriore emendamento ha reso più specifica la legge, stabilendo principi e criteri direttivi riguardo ai referendum e alle elezioni europee. Il voto fuorisede sarà possibile solo per chi risiede temporaneamente in un altro comune per almeno tre mesi, per motivi di studio, lavoro o assistenza come caregiver.

L’obiettivo finale è quello di estendere queste disposizioni anche alle elezioni politiche, sulla base dell’esito delle prime consultazioni europee e referendarie svolte con le nuove regole. Questa novità potrebbe rappresentare un importante cambiamento nel panorama elettorale italiano, migliorando l’inclusività e garantendo il diritto di voto a un numero maggiore di cittadini.

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