di Gian Guido Vecchi
Ciferri e Chaouqui, già implicata nel caso «Vatileaks», saranno sentite come testimoni nella prima udienza dell’anno prossimo: avrebbero influenzato la deposizione del grande accusatore Alberto Perlasca
CITTÀ DEL VATICANO Arrivato alla trentanovesima udienza, si complica il processo in Vaticano per gli investimenti della Segreteria di Stato, che vede tra gli altri imputato il cardinale Angelo Becciu. Il «pm» vaticano Alessandro Diddi ha annunciato di aver aperto «un nuovo fascicolo» processuale legato al memoriale del «grande accusatore», monsignor Alberto Perlasca, che almeno in parte sarebbe stato suggerito dall’esterno. Nel corso degli interrogatori, Perlasca aveva da principio affermato di aver scritto il memoriale autonomamente; dopo una serie di «non ricordo», ha infine dichiarato in aula: «Le risposte sono tutte mie, i temi formulati da Ciferri», ovvero da Genoveffa Ciferri, già indicata come una «amica di famiglia», la quale «mi aveva detto che il suo interlocutore era un consulente giuridico, un anziano magistrato che si era reso disponibile». Dopo l’udienza di venerdì scorso, Perlasca ha detto di aver chiamato Ciferri la quale ha sostenuto che in realtà il suo famoso interlocutore «era la Chaouqui», ovvero Francesca Immacolata Chaouqui, l’ex consigliera della commissione economica vaticana «Cosea» che fu implicata nello scandalo Vatileaks e condannata nel 2016 a 10 mesi, con pena sospesa, per concorso in divulgazione di documenti riservati. Gli avvocati di Becciu, Fabio Viglione, Maria Concetta Marzo, commentano: «Oggi, a conclusione dell’esame di Monsignor Perlasca in aula, si è avuta la prova che quando il cardinale Becciu, nel luglio 2021, non appena conosciute le accuse, evocava oscure macchinazioni in suo danno, affermava la verità».
Durante l’udienza è stata letta parte di un lungo messaggio inviato il 26 novembre da Genoveffa Ciferri al promotore di giustizia Diddi, nel quale, a proposito degli scambi con Francesca Chaouqui, dice al «pm» vaticano che «millantava una stretta collaborazione con lei riguardo alle indagini, col promotore Milano, con la Gendarmeria e il Santo Padre stesso; i riscontri che forniva e le informazioni su di lei e gli altri, erano così puntuali e dettagliate che non facevo fatica a crederle». Diddi ha riferito di aver ricevuto nella notte tra sabato e domenica, sulla sua «utenza privata», una «lunghissima serie di chat, 126 messaggi», con messaggi tra le due donne. Dopo un’ora e venti minuti di camera di consiglio, il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha respinto le richieste di sospensione e rinvio del processo delle difese, e annunciato che le due donne saranno sentite in aula: l’interrogatorio di Ciferri, inizialmente previsto per domani, slitta al nuovo anno e avverrà insieme a quello di Chaouqui.
1 dicembre 2022 (modifica il 1 dicembre 2022 | 21:25)
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, 2022-12-01 20:28:00, Ciferri e Chaouqui, già implicata nel caso «Vatileaks», saranno sentite come testimoni nella prima udienza dell’anno prossimo: avrebbero influenzato la deposizione del grande accusatore Alberto Perlasca, Gian Guido Vecchi