Il prodigio, una psicosi allevata con cura in famiglia per un giallo dellanima (voto: 7,5)

Protagonista del film disponibile su Netflix una ragazzina undicenne decisamente diversa che forse si sta prendendo gioco di tutti, anche della Santit, visto che dice di non mangiare da quattro mesi

Il pregevolissimo regista cileno premio Oscar Sebastin Lelio espatria ancora questa volta verso l’Inghilterra in atmosfera di vintage vittoriano per questa bella storia di una psicosi allevata con cura in famiglia: Il prodigio. Cercate nelle pieghe di Netflix, questo curioso film di produzione Usa-Irlanda, scritto e diretto da Lelio, una piccola gemma del cinema che guarda verso tutto ci che nascosto, indagando sui misteri della coscienza e dell’inappetenza. E ha anche un vero jolly nel cast, la giovane Florence Puigh, gi ammirata in Piccole donne e Lady Macbeth, qui nei panni pazienti e curiosi di una infermiera sensibile al rapporto inglese di causa-effetto, mandata a indagare (siamo nel 1862) in un verde paesino dell’Irlanda – quella di Ford e del suo Uomo tranquillo ma anche quella che dieci anni prima ha subto una grave carestia – sullo strano caso di una ragazza che da quattro mesi non mangia e si dice venga nutrita non con la flebo ma dallo spirito santo in diretta.

Lancio verso l’ignoto

Spoglio e anoressico nella forma quasi da Dreyer, anche per il tema di nordica reverenza alla filosofia, il film si lancia verso lo sconosciuto, il subconscio, cercando di capire come si alimenta un corpo o come invece muore. Il Prodigio sta a met strada tra un caso clinico e un giallo dell’anima (e del corpo), lo sostiene la coerenza spoglia dell’impianto narrativo, racchiuso nella cameretta campestre della ragazza inferma e denutrita ma non infelice. Pittore di donne gaudenti e invece spesso infelici (Gloria Bell, Una donna fantastica), Lelio cambia qui il lato della ripresa e ci consegna uno strano caso da ripensare. La ragazzina undicenne (psicosomaticamente brava Kila Lord Cassidy) sostiene di non aver toccato cibo da quattro mesi, da quando prese l’eucarestia e il fatto incuriosisce sia i religiosi (viene mandata una suora sul posto, sperando nel miracolo da diffondere) ma anche i laici e cinici giornalisti che annusano solo un materiale scoop.

Il romanzo alla base

Usare il cervello o la fede? O mescolare entrambi al capezzale di una ragazza decisamente diversa che forse si sta prendendo gioco di tutti, anche della Santit? Magari solo un caso di isteria che sarebbe molto piaciuto a Freud, oggi quasi di moda. Alla base del film c’ il romanzo della dublinese mezzo canadese Emma Donoghue, uscito nel 2016 e ispirato a un fatto di cronaca vittoriano la cui morale amava il misticismo magari nascosto nelle pieghe di una contadina famiglia patriarcale che crede si possa continuare a sopravvivere anche senza cibo. Lelio non punta tanto sul giallo vero e proprio, ma sul cammino della forza della ragione per portarci sul sentiero di un lieto fine, mentre interessante vedere come si dividono al capezzale dell’inappetente fanciulla, le squadre di chi crede nella religione o nella scienza o si fa corteggiare dal dubbio che poi la forza motrice di un film che fino alla fine pare pronto a diverse derive narrative. Lelio tiene comunque a sdrammatizzare e, come Fellini in E la nave va, apre e chiude il film mostrando il set e quindi svelando tutta la sua finzione organizzata, modo quasi brechtiano per mettere tra virgolette la spinosa querelle del suo dramma e lasciarcelo per in mente con un piccolo perch senza causa.

8 febbraio 2023 (modifica il 8 febbraio 2023 | 07:20)

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