“Non capisco la scelta della dirigenza in quella scuola fanno una distinzione tra insegnanti di Serie A e Serie B. I voti in condotta sono stati pensati appositamente, e quel 9 non andava dato perché è un vero e proprio atto di bullismo nei miei confronti”.
Sono le parole di Maria Cristina Finatti, la professoressa che pochi mesi fa è stata aggredita e derisa poi sui social da due studenti in classe, che le hanno sparato pallini in faccia con una pistola.
La vicenda è tornata al centro del dibattito mediatico dopo che il consiglio di classe della scuola Viola-Marchesini ha deciso di promuovere gli studenti colpevoli e con il 9 in condotta.
Ma il clima resta molto testo tanto che, come riporta Il Corriere del Veneto, i legali hanno annunciato di chiedere i danni morali alle famiglie degli studenti: “Alla luce dei recenti risvolti – spiega l’avvocato Rubiero – stiamo quantificando i danni patiti dalla docente, che chiederemo ai genitori dei ragazzi coinvolti, perché se c’è un vuoto educativo la responsabilità è delle famiglie”.
Ma non solo: “Oltre che verso i genitori – aggiunge l’avvocato Sambinello – ci riserviamo di verificare i presupposti per intentare causa per il risarcimento anche nei confronti della scuola”.
Come sappiamo, nei giorni scorsi è intervenuto anche il Ministro Valditara sulla vicenda: il Ministro intende dare più valore al voto di condotta., crede ndo che gli studenti che si comportano da bulli abbiano bisogno di più, non meno, scuola. Invece di sospensioni, Valditara suggerisce percorsi di recupero che includono attività di solidarietà e studi approfonditi su specifiche problematiche.
Quello che non si spiega la docente colpita è come sia stato possibile che gli studenti siano stati promossi e con il 9 in condotta. Emerge, infatti, che a seguito della sospensione, i ragazzi al primo quadrimestre avevano ottenuto 5 in condotta.
Alla fine il voto è stato alzato (e di parecchio) a fine anno scolastico, quando il consiglio di classe ha ritenuto il loro comportamento “irreprensibile” e in linea con il piano di offerta formativa dell’istituto. Di conseguenza, è stato poi il rendimento scolastico a spingere per la promozione dei ragazzi.
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