di Fiorenza SarzaniniIl capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio spiega quali misure sono state messe in campo per l’assistenza dei profughi in fuga dall’Ucraina. E sull’allarme nucleare rassicura: «Misuriamo i parametri in tempo reale»
Tende, medicinali, ambulanze, ospedali da campo: l’Italia rende operativo il piano per assistere i profughi ucraini. E come accade in ogni emergenza l’uomo che gestisce la macchina degli aiuti è Fabrizio Curcio, il capo della Protezione Civile.
Oggi si sono aperti i corridoi umanitari per consentire alle persone di andare via dalla guerra. Le squadre italiane andranno in Ucraina?
«Noi non operiamo direttamente nelle aree in cui è in corso un conflitto e in ogni caso portare aiuti in Ucraina in questo momento non è semplice. Ci stiamo concentrando negli Stati limitrofi, lì dove gli ucraini stanno scappando».
Qual è la nostra missione?
«Far arrivare nei Paesi al confine con l’Ucraina quanto è stato richiesto dai governi. Al momento le richieste si concentrano su tende, medicine e prodotti elettromedicali. Stiamo lavorando, in coordinamento con il meccanismo europeo di protezione civile».
L’invio dei materiali è cominciato?
«Sì, siamo già impegnati attivamente, giorni fa abbiamo consegnato le prime tende. È un lavoro di squadra con Regioni e Province Autonome, con le associazioni nazionali di volontariato. Con loro abbiamo anche avviato la raccolta di medicinali e prodotti elettromedicali necessari per l’assistenza di chi fugge dalla guerra. Negli hub di Palmanova e Avezzano abbiamo già raccolto 170 pallet di materiale sanitario che partirà nelle prossime ore verso i centri di raccolta che ci verranno indicati dall’Europa».
Che cos’altro serve?
«Invieremo anche ambulanze e abbiamo in pronta partenza anche un grande ospedale da campo e ulteriori tende».
Quanti profughi potrebbero arrivare nel nostro Paese?
«Fare previsioni è difficile. Siamo di fronte ad una tragedia alle porte dell’Europa, uno scenario tanto inedito e inaspettato quanto in continua evoluzione. Al momento i numeri in ingresso in Italia ci offrono un quadro gestibile ma stiamo lavorando per farci trovare pronti qualora i flussi aumentassero. Ma il quadro potrebbe cambiare velocemente».
Si riferisce ai corridoi umanitari?
«Si, è un’iniziativa che comunque porterà ad una risposta comunitaria all’emergenza e, anche alla luce della recente approvazione europea dello status di protezione temporanea, si ragionerà in termini di quote tra Paesi, per avere idee più precise sui numeri aspettiamo queste decisioni di tipo politico».
E poi è necessario predisporre l’accoglienza.
«Anche su questo siamo pronti, ma quello che ci pare certo è che queste persone cerchino un’assistenza temporanea e che vogliano quanto prima rientrare nel proprio Paese».
Questo conflitto però potrebbe non essere breve. Come saranno assistiti?
«Mi sento di rassicurare tutti perché il nostro Paese sul tema dell’accoglienza ha una lunga tradizione e un solido meccanismo ordinario. Partiamo da questo, quindi dal meccanismo di accoglienza offerto ordinariamente dal ministero dell’Interno attraverso le Prefetture, che è stato ulteriormente rafforzato di recente, proprio per far fronte a questa emergenza».
Il Viminale ha individuato alcune strutture. Basteranno?
«Con le Regioni siamo già al lavoro per l’attivazione, se necessario, di ulteriori strutture in grado di accogliere i cittadini ucraini che arriveranno in Italia. Senza dimenticare la rete del terzo settore che, in emergenza e non, offre sempre un incredibile supporto convogliando il grande slancio altruistico degli italiani. Anche questa volta il gioco di squadra farà la differenza».
La maggior parte dei profughi non è vaccinata contro il Covid 19. Quale procedura avete stabilito?
«A queste persone è garantita la massima assistenza sanitaria di cui necessitano e chiaramente è offerta anche la possibilità di vaccinarsi. Il ministero della Salute ha diffuso pochi giorni fa una circolare per preparare le Aziende Sanitarie Locali. E quando parlo di vaccinazioni non mi riferisco soltanto al Covid-19 ma anche ad altre vaccinazioni, ad esempio, per morbillo, varicella, parotite ed epatite B».
È vero che il piano di difesa nucleare risale a dieci anni fa?
«L’Italia ha da molti anni un piano per il rischio nucleare e il nostro Paese ha avviato e concluso il suo processo di aggiornamento, ancora prima che si immaginasse una escalation del genere in Ucraina. È stato un lavoro partecipato e complesso che ha coinvolto i tanti enti che hanno competenza in materia e nei prossimi giorni questo aggiornamento verrà approvato con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri».
Gli incendi delle centrali di due giorni fa hanno fatto alzare il livello di rischio?
«Noi siamo connessi in tempo reale con l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e con la corrispettiva agenzia europea. Ogni variazione dei parametri viene segnalata immediatamente».
5 marzo 2022 (modifica il 5 marzo 2022 | 21:28)
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, 2022-03-07 08:43:00, Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio spiega quali misure sono state messe in campo per l’assistenza dei profughi in fuga dall’Ucraina. E sull’allarme nucleare rassicura: «Misuriamo i parametri in tempo reale», Photo Credit: , Fiorenza Sarzanini
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