La mobilità internazionale – specie con finalità educative e professionali – occupa un posto d’elevata importanza in un’ottica di formazione globale, distante dal banale etnocentrismo che interessa l’erogazione del sapere afferente, in particolare, alle discipline umanistiche, vive grazie allo scambio e all’incontro tra popoli. Il progetto ERASMUS, con le desinenze ‘plus’, nasce il 15 giugno del 1987 con il fine – ambizioso per l’epoca – di favorire l’incontro tra studenti ed il rispettivo inserimento in società e istituzioni accademiche all’estero con un preciso e minuziosamente organizzato programma di mobilità studentesca a livello internazionale. Questo, oltre a prevedere alloggio e coperture pratiche di varia natura, venne creato anche con il fine di favorire l’apprendimento in lingua straniera e l’incontro con tradizioni – legate allo stile di vita, alla fede, alla cultura materiale ed immateriale – e stili di apprendimento e somministrazione delle nozioni con parallelo stimolo di abilità ed attitudini. Come si sviluppa il progetto ERASMUS e quali sono i concreti margini d’azione?
Da “Mamma Erasmus” alla Rete Tematica: l’evoluzione storica dell’iniziativa
L’intuizione di Sofia Corradi nel 1969, pedagogista ed accademica italiana, fu quella di sviluppare una fattiva rete di scambio che permettesse a studenti delle varie realtà europee di studiare in un paese traniero per un periodo compreso tra i 3 e i 12 mesi. L’idea venne appoggiata dall’AEGEE (Associazione Studentesca Transeuropea) guidata da Franck Biancheri che stimolò a sua volta Françoise Mitterrand ad appoggiare Erasmus presso le istituzioni europee. Sono con Lenarduzzi si ebbe nel 1987 la proposta ufficiale in Commissione Europea, l’approvazione istituzionale e la prima erogazione di fondi per la mobilità. Ad oggi, più di 2.2 milioni di studenti hanno usufruito del programma di mobilità, che vede la collaborazione di oltre 4000 istituzioni in Europa e paesi SEE.
La mobilità per docenti e la ripresa delle attività nell’evo post-pandemico
Il progetto ERASMUS sino ad oggi ha garantito la mobilità di coloro che apprendono, senza favorire però la mobilità dei lavoratori del settore. Questi, grazie alla recente revisione del progetto, sono stati inclusi in progetti ERASMUS ed ERASMUS+ a livello ufficiale, fruendo di formazione e tirocinio della durata prevista da 3 a 12 mesi presso un’istituzione ospitante (scuola, ateneo). Si tratta di un passo decisivo che ha il fine di includere tutto il mondo della scuola e della formazione in un progetto dai confini istituzionali e concettuali sempre più ampi e vasti. L’emergenza sanitaria ha ridotto gli scambi tra i popoli divenendo così sfavorevole anche alla mobilità studentesca, che ha ripreso però la propria attività nell’ultimo anno, sfidando restrizioni e rischi sanitari.
, 2022-05-08 13:50:00, La mobilità internazionale – specie con finalità educative e professionali – occupa un posto d’elevata importanza in un’ottica di formazione globale, distante dal banale etnocentrismo che interessa l’erogazione del sapere afferente, in particolare, alle discipline umanistiche, vive grazie allo scambio e all’incontro tra popoli. Il progetto ERASMUS, con le desinenze ‘plus’, nasce il 15 giugno […]
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