Putin rilancia la minaccia nucleare: non nega di poter colpire per primo

di Fabrizio Dragoseidi @drag6

Il presidente russo si vanta di avere fatto in Ucraina meglio di Pietro il Grande, che non arriv a conquistare il Mar d’Azov

La Russia considera le armi nucleari solo strumenti di deterrenza; ma anche pronta ad usarle per prima. Putin ha spiegato cos quella che potrebbe sembrare una contraddizione: se il Paese non user per primo l’arsenale atomico in nessuna circostanza, vuol dire che non lo user nemmeno per secondo perch le possibilit di utilizzo, nel caso fosse inflitto un colpo nucleare sul nostro territorio, sono fortemente limitate. La precisazione giunta ieri in risposta a una domanda di uno dei membri del Consiglio per i diritti umani con i quali Putin si intrattenuto a lungo.

Il presidente ha ricordato che la strategia di impiego degli strumenti di difesa tutta sintonizzata attorno al cosiddetto colpo di risposta e di contraccolpo. In sostanza, quando contro di noi si infligge un colpo, noi lo infliggiamo in risposta… Non siamo matti, ci rendiamo conto di cosa sia l’arma nucleare.

Da quello che si riuscito a capire, sembra per che Vladimir Vladimirovich non creda molto al potere della deterrenza. Per decenni, le due superpotenze hanno evitato l’uso di questi ordigni grazie alla sicurezza che ciascuno aveva di essere comunque distrutto dal colpo di risposta: Distruzione Reciproca Assicurata. Anche oggi, nel caso di un lancio di ordigni da parte dell’avversario (principalmente la Nato), la Russia avrebbe il tempo per rispondere con tutto il suo potenziale prima ancora di essere colpita, vale a dire mentre le bombe nemiche sono ancora in volo.

Ma il punto forse un altro: il Cremlino, come peraltro anche la Casa Bianca, ha accettato da tempo il principio che le atomiche possano essere adoperate anche come risposta a gravissimi attacchi convenzionali. In ogni caso, Putin ci ha tenuto a dire che il ricordare la qualit dell’arsenale militare russo (le armi pi avanzate del mondo) non un fattore che provoca una escalation dei conflitti, ma un fattore di deterrenza

Il presidente ha poi ripetuto che l’Operazione militare speciale va secondo i piani e si vantato di aver raggiunto quel risultato che era sfuggito a Pietro il Grande, trasformare il Mare d’Azov in un mare nostrum, vale a dire in uno specchio d’acqua totalmente controllato dalla Russia.

Ha quindi reso noto che dei trecentomila nuovi coscritti la met in Ucraina, mentre gli altri sono ancora in addestramento. Le operazioni militari, ha aggiunto, saranno lunghe ma nelle attuali circostanze parlare di nuovi richiami alle armi non ha senso.

Dal Consiglio, organismo creato per far vedere che Mosca attenta ai diritti umani, non sono giunte domande imbarazzanti. D’altra parte, appena tre settimane fa Putin stesso aveva provveduto con un suo decreto a rimuovere da quell’ente una decina di persone. Alcune decisamente scomode che si erano espresse pubblicamente contro l’Operazione. Come Igor Kalyapin, per anni presidente del Comitato contro le torture il quale aveva inviato una specifica richiesta alla Procura perch indagasse sull’attivit della compagnia privata Wagner di Evgenij Prigozhin, il cosiddetto cuoco di Putin. Secondo quanto scritto da vari media, la Wagner aveva lanciato una campagna di arruolamento nelle carceri. Kalyapin si riprometteva di parlare col presidente anche delle torture nelle prigioni. Fuori dal Consiglio anche Ekaterina Vinokurova, ex giornalista di RT (la tv per l’estero del Cremlino) che aveva preparato un intervento: necessario abolire le leggi che definiscono false le notizie in contrasto con la versione ufficiale dei fatti, consentire la libert di riunione e quella di parola.

L’incontro era stato annunciato in diretta. Ma alcuni canali Telegram su internet hanno sostenuto che in realt stato trasmesso in differita di venti minuti. Se ne sono accorti guardando l’orologio che Putin aveva al polso.

7 dicembre 2022 (modifica il 7 dicembre 2022 | 22:09)

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, 2022-12-07 23:59:00, Il presidente russo si vanta di avere fatto in Ucraina meglio di Pietro il Grande, che non arrivò a conquistare il Mar d’Azov , Fabrizio Dragosei@drag6

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