di Fabrizio Dragosei
Il discorso del presidente russo: «Difendiamo la nostra esistenza contro i nazisti. L’Occidente è accecato dalla sua superiorità»
Paragona l’Occidente e soprattutto gli Stati Uniti ai nazisti e ripete la sua visione del mondo con la Russia vittima designata da sempre al centro delle attenzioni dei suoi nemici, i quali vogliono impedirne addirittura la sopravvivenza. Parlando dell’espansione della Nato, che avrebbe provocato a suo dire l’Operazione militare speciale in Ucraina, Vladimir Putin ha intrattenuto a lungo gli ospiti del centro Valdai, una specie di club propagandistico russo che si riunisce per ascoltare il pensiero del grande Capo.
«È l’Occidente che vuole limitare la crescita di altre società» e imporre a tutti il proprio modello allo scopo «di espandere il mercato per i suoi prodotti».
La decisione assunta da molti paesi di cancellare le manifestazioni culturali che coinvolgano la Russia viene vista da Putin alla stregua delle azioni naziste «quando si bruciavano in piazza i libri». Questo, però, proprio mentre il suo stesso parlamento approvava in prima lettura una legge per vietare qualsiasi riferimento («propaganda» viene definita) ad attività Lgbt non solo in comunicazioni dirette ai giovani ma anche in quelle verso gli adulti.
Ai partecipanti al convegno che venivano costantemente ripresi dalla tv russa mentre annuivano convinti, Putin ha spiegato che non è solo la Russia ad essere vittima dell’Occidente che, in realtà, «vuole governare unilateralmente tutto il globo». È la vecchia visione sovietica che aveva portato per anni l’Urss a essere trattata con simpatia da tanti Paesi del cosiddetto Terzo mondo. Al quale, naturalmente, Mosca assicurava consistenti aiuti economici. E oggi Putin vuole presentarsi come campione «di tutti gli altri» che non accettano di «subire il sistema unipolare che l’Occidente ha immaginato dopo essersi dichiarato vincitore a seguito dello scioglimento dell’Urss».
Richiamandosi addirittura a Lenin (che per altri versi spesso critica), il presidente ha detto che la situazione mondiale è «praticamente rivoluzionaria», con tutti i Paesi che nel prossimo decennio si smarcheranno dalla supremazia di Usa ed Europa, «abbandoneranno l’uso del dollaro» e così prospereranno.
Come al solito contraddittorio il giudizio sulle sanzioni applicate contro la Russia. Da un lato vengono indicate come strumento di quel dominio che l’Occidente esercita sul mondo. Dall’altro Mosca starebbe uscendo benissimo da questa situazione, con «l’industria che si sviluppa e aziende che riescono a sostituire perfettamente i prodotti che non arrivano più».
Putin ha poi escluso l’uso di armi nucleari in Ucraina: «Non ci serve un attacco atomico in Ucraina. Non avrebbe senso né da un punto di vista politico né militare». La dottrina russa prevede invece il ricorso ad armi di distruzione di massa solo di fronte al pericolo di disintegrazione della stessa struttura statale.
Ha quindi insistito sulla teoria della possibile realizzazione da parte di Kiev di una «bomba sporca». E si è detto contento del fatto che l’Agenzia nucleare internazionale stia per mandare un’ispezione in Ucraina. Ha respinto con vivacità le accuse ai suoi di aver aperto il fuoco contro la centrale di Zaporizhzhia: «Ma siamo matti? A sorvegliare la centrale ci sono le nostre truppe!».
Nominati nel suo discorso anche Solzhenitsyn e il dissidente Zinoviev. Del grande scrittore ha ripreso l’accusa all’Occidente di essere «accecato dalla propria superiorità».
27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 21:57)
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, 2022-10-27 21:11:00, Il discorso del presidente russo: «Difendiamo la nostra esistenza contro i nazisti. L’Occidente è accecato dalla sua superiorità», Fabrizio Dragosei