di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Gli ucraini hanno problemi analoghi e contano sulla Nato per risolverli. Intanto cercano di rassicurare gli Stati Uniti, dove qualcuno ha suggerito di mandare degli ispettori per vedere la gestione del massiccio supporto
È tempo di ispezioni al fronte. Il capo di Stato maggiore russo Valery Gerasimov è arrivato in Ucraina per un consulto con gli ufficiali del contingente. La missione è coincisa con una nuova progressione nel centro abitato di Lysychansk, la cui caduta sembra ormai imminente: un successo significativo con un’avanzata resa possibile da massicci bombardamenti, con dispendio di tank e uomini.
La mobilitazione industriale
Giovedì, per la prima volta, la Russia ha ammesso — almeno indirettamente — di essere a corto di armi e munizioni. Il Cremlino ha presentato infatti alla Duma una proposta di legge federale che prevede «misure economiche speciali» destinate al «controterrorismo e ad altre operazioni» fuori dai confini russi. Fra queste, c’è un riferimento alla necessità di riparare più rapidamente armi ed attrezzature militari utilizzate «nell’operazione militare speciale in corso nei territori delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e in Ucraina», di attivare le «risorse materiali» nelle riserve statali, di attuare una mobilitazione industriale «temporanea» che preveda un lavoro straordinario nelle «organizzazioni individuali». In pratica, la legge prevede che — anche a causa delle «misure restrittive contro cittadini ed entità legali russi» — interi settori industriali siano riconvertiti allo sforzo bellico per aumentare la capacità produttiva del comparto militare e per riorganizzare la logistica dei rifornimenti. Se approvata, darebbe inoltre al Cremlino l’autorità di «stabilire regolamenti speciali in materia di rapporti di lavoro per alcune organizzazioni, e per stabilimenti di produzione selezionati».
La resistenza
Kiev ha problemi analoghi a quelli del nemico, conta sulla Nato per risolverli. Gli Usa hanno varato l’ennesimo pacchetto che prevede altri razzi guidati per gli Himars, 170 mila proiettili per i cannoni da 155 mm, nuovi radar per scoprire le batterie degli invasori. Dettagli che confermano come la sfida delle artiglierie resti centrale, una fase sottolineata anche da messaggi mediatici. La stampa americana ha dedicato infatti diversi articoli proprio all’efficacia degli Himars: permettono di raggiungere i target in profondità con accuratezza, molti i depositi russi distrutti, i soldati possono sparare e allontanarsi rapidamente senza correre il rischio di essere colpiti a loro volta. Ne hanno appena una decina, ne hanno chiesto 300, ne basterebbero — secondo un esperto — una sessantina. Militari ucraini, che hanno in dotazione i semoventi trainati statunitensi M777, hanno raccontato come abbiano 5-10 minuti di tempo per tirare cinque colpi e poi allontanarsi prima che scatti la risposta. L’avversario si affida spesso agli «anziani» Giatsint, bocche da fuoco da 152 mm, che sulle lunghe distanze perdono di precisione. E allora compensano usando «frammenti» incendiari, coprendo così un’area più estesa. La quantità — recita il detto — diventa qualità. Sempre i serventi si lamentano delle condizioni degli M777 ricevuti: non sono proprio nuovissimi, richiedono molta manutenzione, non sempre è possibile eseguirla a dovere per mancanza di istruzioni.
La protezione
Mosca martella con i missili d’ogni tipo. Infatti ha impiegato sistemi anti-nave su target terrestri, centinaia gli ordini sparati nell’arco di pochi giorni in particolare su caserme, siti civili e presunti magazzini di armi. Gli ucraini affermano di aver disperso il materiale più prezioso — Himars, M777, Caesar francesi, proiettili — in quanto è il bersaglio primario per la Russia. I convogli ferroviari con a bordo i mezzi inviati dall’Occidente contengono alcuni vagoni vuoti, stessa cosa per i camion, non escluso che vi siano dei «cortei» di veicoli «civetta» per trarre in inganno la ricognizione. Le piccole fessure nella censura possono sembrare pericolose ma forse sono una rassicurazione indiretta verso gli Stati Uniti, dove qualcuno ha suggerito di mandare degli ispettori in terra ucraina per vedere la gestione del massiccio supporto. I russi hanno invece esibito, di nuovo, uno dei loro treni blindati, lo Yenisei: corazzatura sommaria, a bordo mitragliatrici e blindati, se ne servono per pattugliare, mantenere la sicurezza sulla rete fondamentale per la logistica, trasferire equipaggiamenti. A volte muove in tandem con un elicottero d’attacco mandato in avanscoperta, un esploratore volante pronto a segnalare trappole. Difficile dire quanto siano efficaci questi mezzi, però rientrano nella tradizione dell’Armata e li hanno conservati nel tempo.
2 luglio 2022 (modifica il 2 luglio 2022 | 19:53)
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