Il Qatargate dell’ambasciatore: «il gigante» Atmoun, le spie a Varsavia, la vera partita del Marocco

di Maria Serena NataleChi il diplomatico marocchino al centro della rete svelata dall’inchiesta belga su Panzeri & Co e quali erano gli obiettivi di Rabat Dalle finestre si vede la torta di Stalin, l’imponente Palazzo della Cultura a met tra art dco e realismo socialista che i polacchi ebbero in dono dall’odiato leader sovietico e che oggi un simbolo di Varsavia. L’ambasciata marocchina si trova cinque chilometri pi a sud, nella verde area residenziale di Mokotw, blocchi di appartamenti moderni, ristoranti e silenziosi vialetti sulla riva sinistra della Vistola. Luogo ideale per scambi riservati e intrighi di spie da Guerra fredda. La rete di riciclaggio e corruzione che da Rabat e Doha si allungava fino a Bruxelles trovava qui un centro nevralgico. Quello che nelle prime ricostruzioni figura tra i manovratori del Qatargate arriva nel 2019. il nuovo ambasciatore di Sua Maest Muhammad VI, Abderrahim Atmoun. Alto profilo, lunga navigazione politica ed esperienza internazionale con anni di relazioni strette sulla direttrice Rabat-Parigi-Bruxelles. In costante ascesa. Nato nel 1955 nella citt mineraria di Khouribga, gi governatore regionale e parlamentare con il partito filo-monarchico Autenticit e modernit, partecipa ai lavori della Commissione Esteri, Difesa nazionale e Affari islamici; dal 2009 guida il Gruppo d’amicizia tra il Senato marocchino e quello francese; dal 2011 presiede la Commissione parlamentare mista Marocco-Ue che si occupa di economia, rapporti bilaterali, diritti umani e lotta al terrorismo: in questa veste nel 2017 collabora con Antonio Panzeri, allora eurodeputato con S&D e presidente della Commissione del Parlamento europeo per i problemi economici e monetari. Vive a lungo in Francia e nel 2011 diventa il primo politico marocchino a ricevere la Legion d’onore, la pi alta onorificenza conferita dalla Repubblica, presidente Nicolas Sarkozy. Nel 2019 Muhammad VI lo vuole ambasciatore a Varsavia, incaricato di fare della Polonia la piattaforma diplomatica ed economica del Regno per l’intera Europa centro-orientale. Sull’altra sponda del Mediterraneo il Marocco si propone come porta d’Africa per le aziende polacche. Atmoun spinge la cooperazione a tutti i livelli e nel 2021 dopo una tessitura di mesi riesce a portare una delegazione imprenditoriale in trasferta non solo a Casablanca ma anche a Dakhla e Laayoune. Si tratta di due citt sulla costa atlantica del Sahara occidentale, il territorio rivendicato dal Fronte Polisario che nel 1976, un anno dopo la fine della dominazione coloniale spagnola, proclam l’indipendenza dal Marocco e fond la Repubblica araba democratica dei Sahrawi, indomito popolo tribale arabo-berbero sostenuto dall’Algeria. Terra di fatto annessa per l’80% da Rabat e ricca di fosfati, preziosissimi dall’agricoltura all’industria alimentare: dopo Cina e Stati Uniti, il Marocco ne il terzo produttore mondiale. Il pi grande deposito del pianeta? Khouribga, citt natale di Atmoun. La lotta del perseguitato popolo Sahrawi tra i dossier internazionali pi delicati e causa di divisioni tra i 27 Stati Ue, con il Nord Europa schierato al fianco del Fronte e Paesi come Francia e Spagna pi concilianti con il Marocco. Per la Spagna — che durante la pandemia ha comunque accolto e curato il leader del Fronte Polisario malato di Covid — esiste anche il fronte Ceuta e Melilla, le exclave fortificate che i migranti sognano di raggiungere prima di essere fermati dall’eccessivo uso della forza degli agenti marocchini, definizione Onu. La scorsa estate si sono scontrate sul Sahara occidentale, con ricadute sui prezzi del gas algerino, Madrid e Algeri dopo la svolta del governo di Pedro Snchez a favore dell’ultima offerta del Regno ai Sahrawi: autonomia, non piena sovranit. L’offensiva lobbistica e le manovre di corruzione marocchine emerse con il Qatargate miravano proprio a condizionare la posizione storicamente ambigua dell’Europa che disporrebbe in realt di forti leve economiche con entrambe le parti. Cos il vento del Sahara raggiunge le stanze di Varsavia dalle quali Atmoun pu girare contatti ai servizi segreti e dove le trame dell’intelligence s’incrociano con le visite di Panzeri&Co. Le carte dell’inchiesta citano regali per l’amico italiano provenienti dal Marocco, regali che sarebbero stati trasportati da moglie e figlia di Panzeri, entrambe attualmente agli arresti su mandato europeo. In una conversazione telefonica citata da fonti di stampa marito e moglie parlerebbero di una carta di credito a loro disposizione intestata al gigante, Atmoun. Un sistema che intercetta gli interessi delle capitali, si nutre delle loro divergenze per perseguire obiettivi strategici e rivela ogni giorno nuove ramificazioni. Bruxelles il primo fornitore di aiuti umanitari ai campi profughi dei Sahrawi in Algeria e ne appoggia la lotta per l’autodeterminazione. Di fatto per non ha mai assunto un ruolo attivo nella ricerca di una risoluzione del conflitto e mantiene forti legami con il Marocco: del 2000 l’Accordo di associazione, seguito da partnership e intese che hanno fatto del Paese maghrebino il principale destinatario di sostegno finanziario Ue nell’ambito dei programmi di vicinato. Dal 2006 l’Unione partecipa con oltre 50 tra Paesi e istituzioni al Processo di Rabat su migrazioni e sviluppo. Nel 2021 dovuta intervenire la Corte di giustizia europea annullando due clausole dell’Accordo del 2019 sui diritti di pesca Ue-Marocco che includeva le acque di pertinenza del Sahara occidentale: secondo i giudici il testo sanciva il diritto di sfruttamento di uno Stato occupante in un territorio riconosciuto internazionalmente non autonomo. Altra questione di massimo interesse per Rabat, il culto musulmano in Belgio — in passato Atmoun aveva gestito anche il dossier espatriati. Negli ultimi anni sono aumentati i riconoscimenti in sede europea dei pur reali sforzi della monarchia dell’ambizioso Muhammad VI, legatissimo a Washington e agli Stati del Golfo Persico, per migliorare i propri standard sui diritti umani malgrado le persistenti violazioni della libert di stampa e di espressione. Tra singole iniziative e spinte pi o meno esplicite per ottenere graduali spostamenti nei toni e nell’approccio generale alle relazioni bilaterali si allunga l’ombra del sospetto, in questa storia la ferita pi grave.In una dichiarazione congiunta del 2019 Unione europea e Regno del Marocco si dicono uniti non solo negli interessi derivanti da geografia e storia, ma nei valori condivisi che entrambi hanno scelto di sottoscrivere. Da semplici vicini, Ue e Marocco sono diventati autentici partner in una visione comune per il futuro del Mediterraneo e oltre. 16 dicembre 2022 (modifica il 16 dicembre 2022 | 12:43) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-16 11:43:00, Chi è il diplomatico marocchino al centro della rete svelata dall’inchiesta belga su Panzeri & Co e quali erano gli obiettivi di Rabat, Maria Serena Natale

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