Quali lavori sono più a rischio di tumore? Ogni anno 12 mila casi in Italia

di Vera Martinella

Queste neoplasie non sono frutto di esposizioni recenti a sostanze cancerogene, ma di quelle avvenute fino a 40 anni prima della diagnosi. Oggi esistono norme di protezione e prevenzione a difesa dei lavoratori

Dei circa 377mila nuovi casi di cancro diagnosticati ogni anno in Italia, oltre un terzo si potrebbe prevenire solo seguendo una manciata di «buone regole»: non fumare (o smettere con vantaggi concreti a ogni età), fare regolarmente attività fisica, seguire un’alimentazione equilibrata e non avere chili di troppo. Solamente il 5% dei tumori è conseguenza dell’ambiente in cui viviamo e collegato all’inquinamento e ancora meno sono le neoplasie provocate dalle sostanze con le quali alcune categorie di lavoratori entrano in contatto quotidianamente, ma  l’elenco delle sostanze cancerogene occupazionali è lungo.

Esposizione lavorativa ai cancerogeni e tumori: i numeri

«Sono circa 9.000 gli uomini e 3.000 le donne che ogni anno in Italia si ammalano di un tumore causato da esposizioni a cancerogeni nei luoghi di lavoro – risponde Diego Serraino, direttore dell’Unità di Epidemiologia oncologica dell’Irccs Centro di riferimento oncologico CRO di Aviano – . Si tratta di stime statistiche che presentano, tuttavia, sostanziali incertezze dovute alle difficoltà di classificazione e segnalazione di tali tumori. Nel 2018, per esempio, all’INAIL sono stati notificati 684 tumori di origine professionale negli uomini e 91 nelle donne, una minima parte di quelli attesi in base alle evidenze scientifiche. Va sempre tenuto presente che queste neoplasie non sono frutto di esposizioni recenti, ma di quelle avvenute fino a 40 anni prima della diagnosi, ma una considerazione su tutte sintetizza l’impatto dei tumori di origine occupazionale: la quasi totalità dei casi gravi o mortali di malattie professionali è costituita da tumori, con pesanti conseguenze sociali soprattutto per le famiglie di lavoratori e lavoratrici».

Quali lavori sono più a rischio di tumori?

Quali lavoratori sono più a rischio e di quale tipo di cancro?«I tumori della pleura e del peritoneo (due sottilissime membrane sierose che avvolgono i polmoni e l’intestino) e quelli dell’apparato respiratorio rappresentano l’80% di tutti i tumori di origine professionale. È ben noto che l’esposizione occupazionale alle fibre di asbesto avvenuta nei decenni scorsi sia la principale responsabile dei tumori professionali (da molti anni, in Italia, è vietato l’uso di amianto): mesotelioma pleurico, peritoneale e tumori del polmone. Numerose sono le attività che in passato hanno esposto i lavoratori al rischio di malattie asbesto-correlate: nei cantieri navali, nella manutenzione dei mezzi di trasporto, oltre che nelle raffinerie, nella produzione di energia elettrica, nella industria tessile e in altri settori. Dal 2009, anche il cancro dell’ovaio è stato aggiunto alla lista dei tumori causati dall’esposizione all’asbesto. Altri tumori di origine occupazionali includono quelli delle cavità nasali (industria del legno, lavorazione del cuoio), della vescica (raffinerie, lavorazione del cuoio), dell’apparto digerente (industria metallifera)».

Che cosa devono fare i diretti interessati?

«È indispensabile che siano informati – sottolinea Serraino -. A livello istituzionale, organismi ed enti nazionali e internazionali hanno emanato norme, direttive e linee guida che prestano specifica attenzione alle misure di controllo e prevenzione contro i tumori professionali. Il piano nazionale della prevenzione 2021-2025 prevede alla linea 8 (“PP08 Prevenzione del rischio cancerogeno professionale”) un programma specifico per i tumori professionali. Inoltre, i lavoratori e le lavoratrici devono essere parte attiva rivolgendosi ai datori di lavoro per il rispetto della normativa e alle aziende sanitarie locali che effettuano regolari controlli negli ambienti di lavoro. Se la prevenzione e il monitoraggio dei rischi oncologici in ambito lavorativo sono al di fuori della portata del singolo lavoratore o lavoratrice e richiedono interventi di tipo legislativo e socio sanitario, è altrettanto importante che i diretti interessati rispettino scrupolosamente le regole di protezione sul lavoro e si sottopongano regolarmente ai controlli previsti».

C’è un rischio per i familiari?

«Si, soprattutto in passato per le mogli dei lavoratori esposti alle fibre di asbesto – conclude l’esperto -. Oggi il pericolo è molto ridotto grazie alla proibizione dell’uso delle fibre di amianto e delle norme vigenti a protezione della salute. Quando è indicato, per operai e impiegati a rischio e per le loro famiglie, i medici provvedono a fare visite ed esami specifici».

18 luglio 2022 (modifica il 18 luglio 2022 | 11:28)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-07-18 11:18:00, Queste neoplasie non sono frutto di esposizioni recenti a sostanze cancerogene, ma di quelle avvenute fino a 40 anni prima della diagnosi. Oggi esistono norme di protezione e prevenzione a difesa dei lavoratori, Vera Martinella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version