Mezzogiorno, 18 febbraio 2023 – 08:22 di Marco Demarco I nostri elettori non ci votano se noi scendiamo a un livello di aggressione personale sguaiata come fanno i nostri avversari. Lo ha detto ieri al Corriere della Sera Dario Nardella, sindaco di Firenze, a proposito dei riconoscimenti recenti venuti a Giorgia Meloni da parte di Bonaccini, Letta e altri leader del Pd. Per Nardella la delegittimazione non paga. Meglio sarebbe se il Pd si concentrasse sulle proprie idee e le portasse avanti. Ebbene, l’altro giorno, nel Consiglio comunale di Napoli si discuteva sul regionalismo differenziato e a un certo punto intervenuto Aniello Esposito, del Pd. Per me Calderoli vomito, ha detto. E questa stata l’unica sua argomentazione degna di nota. L’episodio marginale, ma potrebbe spingere il Pd a riconsiderare anche il modo in cui sta alimentando la sua campagna contro l’autonomia. Una campagna tutta tesa a delegittimare il nemico leghista pi che a proporre un’alternativa che non sia l’opzione zero: non fare nulla, lasciare le cose come stanno, dirsi riformisti praticando il contro-riformismo. Nel Pd ora opinione diffusa che dal voto di domenica e luned sia venuto un avallo alle sue tesi anti-autonomiste. Nessun dubbio, invece sull’ipotesi che possa essere vero il contrario, ovvero che proprio da l possa essere venuto un ulteriore contributo alla sconfitta elettorale. L’unico dato che viene portato a sostegno delle tesi antiautonomiste, del resto, quello dell’astensionismo. Si dice che gli elettori lombardi e laziali non avrebbero trovato sufficientemente motivante la prospettiva indicata dal centrodestra e perci sarebbero rimasti a casa. Proprio chi dice questo, per, pone l’autonomia tra i temi discriminanti, quelli che fanno la differenza orientando in un senso o nell’altro. Ma se cos, come negare che la meno motivante di tutte le tesi risultata proprio quella anti-autonomista abbracciata dal Pd? Dal partito, cio, che ha perso due volte: nel Lazio — ed un bel dire, ora, che tanto era tutto previsto — e in Lombardia, dove — ma anche questo un bel dimenticare — la lista del presidente Fontana, cio di uno dei pi convinti sostenitori dell’autonomia differenziata, risultata l’unica a raccogliere pi consensi in voti assoluti rispetto a cinque anni fa. Certo, si votato solo in due regioni del Centro-Nord ed mancata la voce del Sud. Ma intanto non ci si interroga abbastanza su quanto abbia potuto influire una campagna anti-autonomista impostata tutta sull’idea di un Nord contro il Sud, agitando la prospettiva di una nuova guerra civile, dei ricchi contro i poveri. E non, invece, sul dato oggettivo di un’autonomia prevista ormai dalla nostra Costituzione. Spingendosi, addirittura, fino a sostenere che il miglior modo per rispettare la Costituzione sarebbe stato non attuarla. Tutto questo ha prodotto una radicalizzazione del confronto politico e una divisione netta del campo di gioco. Ma alla Destra andata la parte della coerenza come valore, perch la Lega sempre stata per l’autonomia e gli alleati non sono mai stati esplicitamente contro; mentre alla Sinistra rimasta la parte dell’incoerenza come destino, la pi difficile da gestire. Chi ha voluto la riforma del titolo V e ora la contestata? La sinistra. A quale schieramento appartengono i governatori che prima hanno chiesto l’autonomia e poi ci hanno ripensato? Alla Sinistra. E chi, sul tema dell’autonomia, continua a litigare addirittura con la Storia? Ancora la sinistra. Si prenda la questione del Risorgimento. Fu un bene o un male l’Unit d’Italia? Come si sa, Gramsci non grad il modo in cui l’Unit avvenne, da qui tutto un filone di critica ai piemontesi. Ma nel 1978 Berlinguer pose fine a questa polemica inserendo anche Cavour tra i riferimenti del comunismo italiano, insieme con Marx, Engels, Machiavelli, Vico , Antonio Labriola e i meridionalisti. Poi la questione si riaperta intorno alla data del 17 marzo, giorno di nascita dello Stato italiano. Nel 2017, in Puglia, Emiliano salut con piacere l’approvazione di una mozione per ricordare le vittime dell’Unit. Di recente, invece, lo stesso Emiliano ha detto che dal progetto Calderoli pu derivare solo un ritorno allo Stato preunitario. La differenza evidente. Nel 2017, dell’Unit andavano ricordate solo le vittime. Oggi invece quella stessa Unit torna ad essere un valore sacro. Tanto che alla vigilia della manifestazione anti-autonomista prevista per oggi a Bari, Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, ha proposto di fissare un altro appuntamento nazionale a Napoli proprio il 17 marzo. Risorgimento che va, Risorgimento che torna. Costituzione da difendere, Costituzione da congelare. Italia da unire, Sud da portare sulle barricate. Tutte cose che non si tengono. Cos come non si tiene la sfida tra il governatore Emiliano e il sindaco di Bari, Decaro, a chi pi anti-autonomista dell’altro. 18 febbraio 2023 | 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,
Pietro Guerra
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