«Quella maglia da campione del mondo cucita a mano per Fausto Coppi»

di Floriana Rullo

Fu realizzata da Elda De Marchi. Sarà esposta a Castellania

La storia del ciclismo in dono al museo di Castellania, la città dell’Alessandrino dove Coppi è nato e cresciuto. Il mito che rivive, ancora una volta, grazie a un suo cimelio. Una maglia più unica che rara che l’Airone indossò e che, scomparsa per ben 67 anni, ora torna a rivivere in ben due musei. Una vera e propria opera d’arte fatta interamente a mano da mamma Elda De Marchi, 91 anni, quella che oggi verrà donata a Casa Coppi nel giorno del premio «Welcome Castellania». Dalle sue abili mani sono nate tutte e tre le maglie iridate appartenute al grande ciclista. Quella che lei stessa, attraverso il nonno, fece arrivare al Campionissimo nel 1953. Ma anche quella che, dopo quasi 70 anni, realizzò utilizzando la tecnologia digitale per essere poi donata in beneficenza nel 2019 e battuta per oltre 10 mila dollari. Un vero e proprio record per una maglia battuta all’asta.

«Mia mamma da giovane era una grande tifosa di Fausto – racconta il figlio Mauro Coccia -. Le giovani a quel tempo erano tutte innamorate di lui e del ciclismo. Lo conobbe durante un criterium a Treviso. Per lei fu un’enorme emozione. Coppi era anche venuto a visitare la nostra fabbrica con Bartali, invitato da mio nonno Emilio nel maglificio di famiglia nato nel 1946. Fu proprio mamma a sognare la sua vittoria al mondiale di Lugano. E aveva ragione». Non poteva essere altrimenti. Del resto Coppi, come anche ricorda il più grande esperto di ciclismo Beppe Conti, oggi presente alla consegna del cimelio, era «il più grande per la portata delle sue vittorie, interminabili chilometri di fughe ad esaltare l’uomo solo al comando che scala le montagne. L’essenza del ciclismo». Per questo la lavorò ai ferri con l’idea di creare una maglia molto simile a quella indossata dal Grande Airone. Lo fece di notte per non farsi scoprire dal padre contrario all’idea. Poi gliela fece avere.

«Ci riuscì grazie al nonno che allora lavorava per l’ammiraglia Bottecchia -dice Coccia-. Fausto vestì spesso quella copia. Anche le foto lo dimostrano. La maglia ufficiale del campione del Mondo era di tessuto molto leggero, quella fatta da lei di lana, con i bottoni e senza zip sul collo. Abbiamo scoperto questi particolari solo nel 2018 quando dal Museo del Ghisallo il presidente Molteni ci ha fatto avere l’originale. L’aveva ricevuta in dono da un commilitone di Coppi. Ora siamo certi che il campione la indossò molte volte». La maglia mostrava proprio l’etichetta del maglificio De Marchi. «Fu una grande sorpresa – aggiunge Coccia -. Abbiamo deciso con Faustino Coppi di realizzare una simile da mettere all’asta. Mia mamma, che da 25 anni non lavorava più a maglia, decise di realizzarne una simile all’originale. Per farlo, andammo a recuperare le macchine che avevamo sostituito ed una vecchia dipendente aveva conservato. Ne fece due, identiche. Una è quella che sabato verrà donata. Sembrava ricordare ogni passaggio di quel manufatto creato settant’anni prima. Che il tempo per lei non fosse passato. Proprio come non è passato il mito del Campionissimo».

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26 marzo 2022 (modifica il 26 marzo 2022 | 13:32)

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, 2022-03-26 13:03:00, Fu realizzata da Elda De Marchi. Sarà esposta a Castellania, Floriana Rullo

Pietro Guerra

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