Crolla la quercia delle streghe, albero monumentale di 400 anni: colpa di una potatura sbagliata

di Alessandro Vinci

accaduto il 23 gennaio a Loreto Aprutino (Pescara). Nota congiunta di Wwf e Italia Nostra: Anche un ignorante in materia poteva prevedere che il tronco si sarebbe aperto a met

Per oltre quattro secoli aveva resistito a guerre, intemperie e calamit, svettando sulle colline di Loreto Aprutino (Pescara). Lo scorso 23 gennaio, proprio nel giorno in cui sempre in Abruzzo l’orso Juan Carrito veniva investito da un’auto, a farlo crollare su s stesso per stata una potatura sbagliata. Questa la sorte toccata all’albero monumentale pi grande della provincia aternina: una roverella (Quercus pubescens) dalla circonferenza di quasi sei metri e mezzo comunemente nota come la quercia delle streghe. All’origine del nome, una leggenda secondo la quale le donne del luogo usavano riunirsi proprio sotto i suoi imponenti rami per preparare pozioni magiche.

Era rimasto solo un enorme ramo

Trattandosi di un bene sotto tutela, in ossequio ai criteri attuativi della legge 10/2013 il proprietario del terreno aveva dovuto chiedere al Comune l’autorizzazione a effettuare una nuova potatura. Come riportato in una nota congiunta da Italia Nostra Abruzzo e Wwf Abruzzo, il relativo via libera era stato dato otto mesi fa a seguito di regolare valutazione specialistica. Poi per qualcosa era andato storto. A seguito del discusso intervento, infatti, della chioma che si estendeva per oltre 24 metri non era rimasto praticamente nulla. A quanto si apprende, infatti, la roverella era stata potata dei suoi rami per una parte della sua circonferenza, lasciando solo un enorme ramo che infine crollato sulla macchina del proprietario, parcheggiata proprio l sotto.

Errore marchiano

Anche un bambino poteva prevedere che il grosso ramo sarebbe crollato dividendo in due il fusto ed anche un ignorante in materia poteva prevedere che il tronco si sarebbe aperto a met, hanno sbottato le due associazioni. L’interno della quercia delle streghe era infatti notoriamente cavo, tanto da fungere in passato perfino da deposito di generi alimentari e rifugio per i partigiani durante la seconda guerra mondiale. Un autentico pezzo di storia andato ora irrimediabilmente perduto: La roverella aveva bisogno di un aiuto per la sua vita – si legge ancora nel comunicato di Italia Nostra e Wwf – e non di essere manomessa da una potatura discutibile per la “sicurezza” umana. A esprimere il proprio sgomento anche il presidente del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Alberto Colazilli: Alla notizia della morte di questo colosso, l’angoscia ha permeato il mio viso e la mia anima – ha scritto su Facebook –. Siamo in un mondo in cui gli alberi monumentali rischiano di morire per colpa dei cambiamenti climatici… e delle nefandezze degli uomini! Dobbiamo per forza fare qualcosa.

Gli alberi monumentali in Italia

Dopo Sardegna e Friuli Venezia Giulia, l’Abruzzo la terza regione italiana per numero di alberi monumentali sul proprio territorio. Sono circa 3.600 a livello nazionale, pi di 200 dei quali sono stati dichiarati di grande interesse e 150 di eccezionale valore storico o monumentale. Tra i pi noti, il castagno dei cento cavalli a Sant’Alfio (Catania) , la quercia di Pinocchio a Capannori (Lucca) e la quercia Vallonea di Tricase (Lecce) . Il primato di longevit va invece al Patriarca della Natura di Luras , un olivastro di ben 3.800 anni in provincia di Sassari: quando Roma venne fondata, nel 753 a.C., aveva gi spento le sue prime mille candeline. Un traguardo che, come visto, la quercia delle streghe non avr purtroppo modo di tagliare.

2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 19:57)

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