Lo sostiene Boeri Presidente dell’INPS
Il presidente dell’Inps spiega che anticipare la messa a riposo a 62 anni con 38 di contributi potrebbe costare fino a 6000 euro l’anno rispetto al pensionamento “normale” a 67 anni. Dalle pensioni d’oro risparmi per 300 milioni l’anno solo se si riduce la soglia da 90 mila a 78 mila euro.
Un dipendente pubblico che va in pensione con “quota 100” potrebbe perdere fino a 500 euro al mese. Lo ha detto il presidente dell’Inps Tito Boeri durante un’audizione alla Commissione Lavoro alla Camera. “Un lavoratore pubblico che va in pensione adesso con 62 anni e 38 di contributi, rispetto che andare con una pensione piena a 67 anni molto approssimativamente potrebbe perdere 500 euro al mese». Boeri ha aggiunto che le misure sulle pensioni ipotizzate dal governo, cioè quota 100, opzione donna, conferma dell’Ape sociale e blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aumento delle aspettative di di vita avrebbero un impatto di circa “140 miliardi in più di spesa nei primi dieci anni. Secondo Boeri nel primo anno ci sarebbe una maggiore spesa di 7 miliardi, che salirebbe a 11,5 miliardi nel 2020 e a 17 miliardi nel 2021. Il presidente dell’Inps ha inoltre sottolineato che da qui al 2046 i saldi si aggraverebbero di più di 400 miliardi, mentre il debito implicito aumenterebbe di 100 miliardi, con un andamento prima in salita poi in discesa. Per quanto riguarda i risparmi introdotti con il taglio alle pensioni superiori ai 4.500 euro, Boeri ha detto che si può arrivare a un risparmio di 300 milioni l’anno se si riduce la soglia per l’intervento sulle pensioni d’oro a 78.000 euro lordi dai 90.000 attuali, ha detto Boeri. Un altro modo per aumentare i risparmi e arrivare a quanto annunciato dal governo (un miliardo in tre anni, ndr) è il blocco della perequazione per le prestazioni superiori a sei volte il minimo (3.000 euro al mese). Boeri ha poi definito devastanti per le casse dell’Inps gli effetti del condono contributivo.
Pensioni Quota 100, il dubbio: quanti pensionati ‘anticipati’ porterà in dote? Luigi Di Maio, ospite a Porta a Porta, ha parlato di 500mila persone che, grazie alla riforma (e alle quattro finestre l’anno previste) potranno lasciare il lavoro anticipatamente. Ricordiamo che nella bozza della manovra, arrivata alla Commissione Ue, si parla di unasoglia minima di contributi di 38 anni per raggiungere il totale di 100 tra età e versamenti (ribadiamo altresì quindi che la logica del 64+36 e 63+37 non vale: sia a 63 anni che a 64 anni si andrà in pensione solo con 38 anni di contributi previdenziali e quota 100 diventerebbe quota 101 o quota 102). La società Tabula aveva fatto due simulazioni su quante persone sarebbero potute andare in pensione. Tale simulazione era stata fatta prima che venisse pubblicato il documento programmatico del governo. Nella prima (47,5 anni di contributi minimi per uscire dal lavoro), a beneficiare della riforma delle pensioni con quota 100 sarebbero state 660mila persone. Ma non pare la situazione che avverrà. La seconda che partiva con un’età di 62 anni per andare in pensione parlava di 350mila persone, con un costo per lo stato di 8,5 miliardi il primo anno e 11 miliardi a regime. Resta poi aperta una seconda questione: quanto si perde nell’assegno pensionistico usufurendo di quota 100? Ma anche su queste cifre non c’è assolutamente nulla di confermato e solo le prossime settimane chiariranno meglio i contorni e le cifre della cosiddetta quota 100 pensioni.