di Paola D’Amico
Mobilitazione massiccia sin dai primi giorni del conflitto russo: da Nord a Sud, la priorità è trovare alloggi per le famiglie ucraine. A Padova, la onlus «L’Isola che non c’è» ha portato in salvo 57 bimbi di un orfanotrofio
Raccolte di farmaci, ma anche reperimento di alloggi, e poi di volontari per intrattenere i bambini e, indispensabile come il pane, di interpreti. Sono mobilitati ormai da giorni i Csv di tutta Italia. Con un occhio puntato sul presente, sulle richieste che arrivano dal fronte di guerra di ora in ora. E un altro sulla gestione della crisi umanitaria a medio e lungo termine. Dal Nord al Sud, da Padova a Benevento, i Centri di servizio operano come anello di collegamento tra Prefetture, Comuni e associazioni ma anche chi offre aiuto estemporaneo.
L’assistenza medica
Andando per ordine, ecco in prima linea il Csv di Padova e Rovigo, che da subito ha messo in campo una serie di azioni strutturate per supportare i rifugiati ucraini, attivando un filo diretto nelle due province con Prefettura, Questura, Caritas, Comuni e con il Consolato onorario di Ucraina per Veneto-Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. E già il 1 marzo, a cinque giorni dall’inizio del conflitto, con l’invasione del Donbass da parte dei russi, a Rubano (Pd) sono arrivati 57 orfani, bambini e ragazzi ucraini. Hanno dai 7 ai 17 anni. Sono ospitati in uno spazio della Diocesi.
E Paolo Giurisato, presidente dell’associazione «L’Isola che non c’è» di Teolo spiega che «arrivano da un orfanotrofio con cui abbiamo contatti da diversi anni, perché dal 1999 ci occupiamo di ospitare i bambini di Chernobyl. Per questo siamo riusciti ad attivarci subito, alla loro prima richiesta di aiuto».
Grazie all’aiuto dei medici del Cuamm, sono stati seguiti dal punto di vista medico. «Stanno tutti bene e ora è fondamentale fare in modo di stabilizzare, per quanto possibile, la situazione». Bambini e ragazzi sono seguiti da 5 insegnanti e 2 adulti arrivati insieme a loro.
«Nelle prossime settimane affiancheremo anche altre attività, grazie alla collaborazione con le associazioni e con i nostri volontari. Ci siamo resi conto – conclude – che al momento c’è un vuoto normativo per l’accoglienza di gruppi di profughi, in particolare minori. Speriamo che possa risolversi per poter favorire l’aiuto necessario in tempi rapidi». Ciò che farà la differenza, sottolinea Luca Marcon, presidente Csv Padova Rovigo, «sarà la capacità di entrare in relazione autentica con queste persone, ascoltare le loro storie, giocare con i loro bambini, includere i più giovani nei percorsi scolastici, aiutare gli adulti a trovare lavoro e a orientarsi nei servizi territoriali. Se vogliamo fare qualcosa di concreto, facciamo trovare pronta la nostra accoglienza di comunità». Sul sito www.hopeukraine.ite o sulla la pagina www.facebook.com/consolatoucrainapadova sono indicati i punti di raccolta già attivati nel territorio e è anche possibile incrociare la domanda-offerta di alloggi.
Le sinergie
Così in Trentino, dove il Csv che lancia lo slogan «Per la pace meglio muoversi che commuoversi» ha individuato nell’ambito del sistema di accoglienza i primi 150 posti per l’ospitalità dei profughi. «Vanno create sinergie e reti per garantire che le iniziative vadano a buon fine» è il messaggio. E per facilitare l’azione di coordinamento ecco tre spazi web: Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani – Speciale Ucraina (
www.forumpace.it), Comune di Trento (
www.comune.trento.it), Diocesi di Trento – solidarietà al popolo ucraino (
www.diocesitn.it).
Anche il Csv Valle d’Aosta è impegnato a reperire alloggi per ospitare i rifugiati, attraverso il tavolo di coordinamento per la gestione dell’accoglienza riunito in Regione. «Abbiamo voluto posare le basi per creare una rete organizzata che assicuri un’accoglienza serena, salvaguardando lo spirito di solidarietà di un’intera Comunità verso i piccoli e grandi profughi ucraini in fuga da una guerra odiosa», commenta il presidente del Csv Claudio Latino. Intanto si raccolgono farmaci a Benevento e Avellino dove il Csv-Irpinia Sannio Cesvolab ha supportato l’iniziativa lanciata dalla Misericordia Sant’Angelo Dei Lombardi e dall’associazione «Ucraini Irpini», mettendo a disposizione anche un magazzino per lo stoccaggio delle scorte da destinare al fronte.
16 marzo 2022 (modifica il 16 marzo 2022 | 11:55)
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, 2022-03-16 10:58:00, Mobilitazione massiccia sin dai primi giorni del conflitto russo: da Nord a Sud, la priorità è trovare alloggi per le famiglie ucraine. A Padova, la onlus «L’Isola che non c’è» ha portato in salvo 57 bimbi di un orfanotrofio, Paola D’Amico
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