di Antonio PolitoLa dem Rachele Scarpa aveva anche definito Israele «un regime di apartheid» La campagna elettorale è un’infinita fonte di divertenti gaffe, che però spesso rivelano seri problemi politici. Rachele Scarpa, la più giovane capolista del Pd, ha per esempio messo sui social un video in cui, pare leggendo un testo scritto, dunque senza neanche l’attenuante della foga oratoria, dice che «dobbiamo interrompere quel circolo vizioso per cui il lavoro è l’unico sostentamento per le persone». Luigi Marattin, candidato renziano, che è simpatico come una spina di riccio nel piede e non ne passa una che sia una, le ha subito chiesto che cosa a suo giudizio potrebbe sostituire il lavoro come forma di sostentamento: la rendita, il sussidio, o quali altri miracolosi mezzi privati e pubblici? E, di grazia, questo sarebbe il partito dei lavoratori? Rachele Scarpa non è nuova a incidenti di concetto. La memoria da elefante del web ha di recente riesumato un suo post dell’anno scorso (dunque non di quando era bambina) in cui definiva Israele come «un regime di apartheid». Forse per emulare un altro giovane capolista del Pd, Raffaele La Regina, segretario in Basilicata, il quale ha dovuto rinunciare alla candidatura per avere scritto che era più facile credere agli alieni che alla legittimità dello Stato di Israele. Caro Letta, vatti a fidare dei giovani… 1 settembre 2022 (modifica il 1 settembre 2022 | 16:56) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-01 15:10:00, La dem Rachele Scarpa aveva anche definito Israele «un regime di apartheid», Antonio Polito