La morte di Maria Antonietta Cutillo, la 15enne di Montefalcione, sconvolse l’opinione pubblica lo scorso maggio. Ora emerge una svolta decisiva nelle indagini. La causa? Un caricabatterie USB difettoso di produzione cinese, caduto nella sua vasca da bagno.
Le autorità hanno da poco confermato che ben cinque imprenditori sono sotto indagine. A seguito di un decreto di sequestro preventivo dal Tribunale di Avellino, un vasto numero di caricabatterie, tutti di fabbricazione cinese, sono stati confiscati. Questi dispositivi sono stati trovati a non essere conformi agli standard di fabbricazione europei, presentando quindi potenziali rischi.
L’attenzione degli inquirenti è rivolta verso imprenditori di origine cinese operanti tra Toscana e Lombardia. Gli stessi ora sono sotto accusa per omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi falsi.
Grazie alle approfondite indagini dei Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano e la Procura di Avellino, con il prezioso supporto del Reparto tecnologie informatiche del Racis, è emerso un dettaglio cruciale: un difetto nel condensatore ceramico a disco dei caricabatterie, prodotti cinesi. L’analisi tecnica ha rivelato la scarsa qualità dei materiali impiegati. Se il caricabatterie fosse stato costruito secondo gli standard del decreto legislativo 86/2016, la tragedia potrebbe non essersi verificata.
Ulteriori accertamenti hanno mostrato che questi dispositivi sequestrati sono privi di elementi essenziali, come il foglio di istruzioni, avvertenze di sicurezza, dichiarazioni di conformità “Ce” e la marcatura “classe Y”, requisiti fondamentali per i dispositivi elettronici.
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