di Guido Santevecchi
Usa e Occidente non sono convinti dal documento cinese: Non una proposta di pace. Per l’Ucraina un buon segnale, ma Xi Jinping non sembra interessato a un incontro con Zelensky
Rispettare sovranit e integrit territoriale di tutti i Paesi, grandi e piccoli, ricchi e poveri; cessate il fuoco; ripresa dei negoziati di pace. Ha messo questi obiettivi la Cina in testa al documento che il capo della politica internazionale del Partito aveva portato in giro per l’Europa (e a Mosca) negli ultimi dieci giorni propagandando l’iniziativa.
Il documento in 12 punti, il numero che il suo messaggero Wang Yi aveva comunicato ai suoi interlocutori europei per dargli il peso di un’iniziativa strutturata . Ed stato finalmente pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri di Pechino questo 24 febbraio, primo anniversario dell’invasione russa all’Ucraina che Xi Jinping e compagni non hanno mai chiamato invasione. Titolo: Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina.
Punto 1: Rispetto della sovranit di tutti i Paesi. Poche ore prima, a New York l’Assemblea generale dell’Onu aveva votato a stragrande maggioranza una risoluzione per una pace complessiva, giusta e duratura. La Cina si astenuta. L’obiettivo dichiarato dei due pronunciamenti la soluzione pacifica, ma quello delle Nazioni Unite parte dal presupposto del ritiro incondizionato delle forze russe dal territorio ucraino. Il documento elaborato dalla diplomazia cinese dopo un anno di reticenza, ambiguit e sostanziale appoggio alla Russia non chiede il ritiro dell’armata di invasione.
Ha avuto gioco facile il Consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca nel commento negativo: La proposta cinese si sarebbe dovuta fermare al primo punto: la richiesta di rispetto della sovranit di tutti i Paesi, ha detto Jake Sullivan. Perch questa guerra potrebbe terminare domani, se la Russia smettesse di attaccare l’Ucraina e ritirasse le sue forze. Non stata l’Ucraina ad attaccare la Russia, non stata la Nato, non sono stati gli Stati Uniti. Questa guerra stata decisa da Vladimir Putin.
Il punto 2 della posizione cinese invece invoca l’abbandono della mentalit da Guerra Fredda, che Pechino attribuisce immancabilmente agli americani e alla Nato. La frase chiave nel capitolo la sicurezza di una regione non dev’essere perseguita rafforzando o allargando i blocchi militari: come dire che la Russia si sentita minacciata dall’avvicinamento dell’Ucraina democratica all’Occidente. E poi la sottolineatura che i legittimi interessi di sicurezza e le preoccupazioni di tutti i Paesi debbono essere trattati con seriet e ricevere risposte appropriate. E anche qui, il riferimento alle preoccupazioni e agli interessi di Mosca.
Resta il fatto che, per la prima volta la Cina mette per iscritto il proprio pensiero su questa guerra che la allarma perch rischia di compromettere il suo rapporto (commerciale) con gli occidentali e l’accesso alle tecnologie avanzate sviluppate dai Paesi dell’Unione europea, dopo che gli Stati Uniti hanno gi imposto fortissime restrizioni all’esportazione del know-how della loro industria.
Ma anche la richiesta di cessazione delle ostilit, messa al punto 3 del documento, solleva il sospetto di una mossa a favore della Russia. I cinesi spiegano che durante la tregua tutte le parti dovrebbero sostenere Russia e Ucraina per la ripresa di un dialogo diretto, per disinnescare gradualmente la situazione e raggiungere alla fine un cessate il fuoco comprensivo. La preoccupazione cinese che il conflitto vada fuori controllo e si estenda, ed ragionevole. Ma americani ed europei osservano che un cessate il fuoco cristallizzerebbe le posizioni raggiunte dalle forze di aggressione russe in territorio ucraino. E permetterebbe al Cremlino di riorganizzare la macchina bellica che non riuscita a travolgere le difese di Kiev.
Altro punto inaccettabile, senza un ritiro russo, quello espresso al numero 10: Stop alle sanzioni unilaterali. Pechino storicamente contraria a ogni tipo di embargo commerciale (che a suo tempo ha subto dopo la strage di Piazza Tienanmen). Nel caso della Russia si richiama al fatto che non sono state varate dall’Onu, dove Mosca e Pechino naturalmente hanno potere di veto in Consiglio di Sicurezza. Sono tutte posizioni note, quelle fissate nel documento cinese.
Molti diplomatici europei riuniti all’Onu hanno espresso scetticismo, ricordando che comunque un Paese che volesse promuovere un piano di pace dovrebbe impegnarsi in quella che in gergo si chiama intense shuttle diplomacy: missioni nelle capitali dei Paesi in guerra per trovare una base accettabile alle parti. A Pechino Jorge Toledo, ambasciatore dell’Unione Europea in Cina ha detto che questo documento non una proposta di pace, ma che bisogna studiarlo.
Cauta la prima reazione ucraina: Un buon segnale, ha detto la rappresentante diplomatica di Kiev a Pechino Zhanna Leshcynska osservando che la speranza che la Cina mostri un minimo di sostegno per l’Ucraina. Speriamo che spingano la Russia a fermare la guerra e ritirare le truppe, ha detto.
Finora, Xi Jinping non ha ancora trovato il tempo n l’interesse per parlare con Volodymir Zelensky, anche se il presidente ucraino lo ha sollecitato a farlo. Ha solo mandato il suo stratega internazionale Wang Yi a Mosca. Gli analisti hanno osservato che in questi mesi di guerra Putin ha tenuto a distanza i suoi interlocutori al Cremlino, usando tavoli lunghissimi: mercoled per parlare con l’inviato cinese ha cambiato scena: tavolo stretto, come le relazioni Russia-Cina. Dettaglio, ma significativo.
Secondo diverse fonti Xi si prepara ad accettare l’invito al Cremlino del caro amico Putin. Naturalmente, gli ottimisti possono sperare ancora che in quell’occasione Xi spieghi a Putin che la situazione si fatta insostenibile e gli suggerisca di cercare una soluzione negoziale. E almeno Wang Yi ha parlato con il collega ucraino Dmytro Kuleba la settimana scorsa a Monaco, pure senza dargli i dettagli dell’iniziativa cinese.
Il documento di oggi si limita a ricordare ai russi (e non poco, ascoltati i discorsi pubblici di Putin) che le centrali nucleari civili debbono rimanere al sicuro dalla guerra (punto 7); Le armi nucleari, chimiche e batteriologiche non vanno usate; n se ne deve minacciare l’impiego (punto 8). Pechino si rende conto che la sua proposta di soluzione non ha possibilit di essere accettata, commenta Shi Yinhong, rispettato docente di relazioni internazionali all’Universit Renmin di Pechino. Ma evidentemente il governo cinese ritiene necessario e opportuno reiterare la propria neutralit nella guerra per preservare la propria influenza, non solo criticando la Nato ma anche distinguendosi dal comportamento della Russia.
Il punto 12 che conclude il documento cinese parla gi di promuovere la ricostruzione postbellica e annuncia che la Cina pronta a fornire assistenza e svolgere un ruolo costruttivo in questo sforzo. Bonnie Glaser, direttrice del Programma Asia presso il German Marshall Fund americano ci mette un commento al veleno: La Cina vuole piazzare le proprie imprese in Ucraina, per trarne profitto e promuovere la propria influenza con mezzi commerciali ed economici.
24 febbraio 2023 (modifica il 24 febbraio 2023 | 11:51)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,