di Giorgio Terruzzi
La Federazione avrebbe scoperto che la Red Bull ha speso più del consentito nel 2021: un clamoroso sforamento del budget cap fissato in 145 milioni
La valanga monta, avvolge il paddock di Singapore. Circonda i locali occupati dalla Federazione Internazionale, le hospitality destinate ai team. Rischia di travolgere l’intera F1. Un danno di immagine enorme. Tutti ne parlano, in attesa dell’ufficialità: valanga innescata dalla stessa Fia, dopo aver scoperto che Red Bull avrebbe speso più del consentito nel 2021. Un clamoroso sforamento del budget cap (fissato in 145 milioni di euro per team) relativo allo scorso anno.
Il significato e il peso di questa presunta infrazione sono rilevanti. Stiamo parlando infatti di un pilastro del regolamento che dovrebbe garantire una sorta di equità tra le squadre, limitando lo strapotere dei team più facoltosi. Non solo: l’infrazione si riferisce ad una stagione, quella passata, nella quale ogni sviluppo tecnico era quasi impraticabile, essendo le vetture sostanzialmente identiche a quelle del 2019. Abbastanza per ingigantire il sospetto che gli sforamenti in atto quest’anno, con macchine completamente riprogettate e continuamente evolute, possa risultare ben più marcato.
Il fatto è che la Fia sarebbe riuscita ad ultimare l’analisi degli investimenti operati da un unico team, Red Bull appunto, solo ora, 10 mesi dopo la conclusione del Mondiale 2021, il cui esito peraltro fu favorevole a Verstappen, al termine di un lungo testa a testa con Hamilton, culminato con il contestatissimo atto finale ad Abu Dhabi. Scalpitano, ovviamente, in casa Mercedes. Toto Wolff vuole sapere il come e il quando, pronto a dare battaglia: «La violazione non riguarda solo il 2021, ma anche 2022 e 2023, si tratta di milioni di dollari, che fanno la differenza tra vincere e perdere. Siamo molto preoccupati, mi fido della Fia e del lavoro dei controllori. Cosa succederà ora? Se uno viola il limite per milioni di dollari e se la cava con una multa, allora comincerei a farlo anche io. Rispettare le regole è alla base della Formula 1».
Un atteggiamento simile a quello della Ferrari, dopo i ripetuti allarmi sul tema budget cap lanciati da Mattia Binotto nei mesi scorsi. Una comunicazione da parte della Federazione era attesa alla vigilia del Gp di Singapore, mentre la notizia dell’infrazione rilevata cominciava a circolare anche ai piani alti di Liberty Media.
Ora, questo ulteriore ritardo induce molti team principal ad ipotizzare che si stia cercando un compromesso per ridurre ai minimi termini l’entità della violazione, quindi della sanzione, in definitiva dello scandalo. Una impresa quasi impossibile se il reato verrà reso pubblico, proprio perché costituirebbe un precedente gravissimo e allarmante su quanto accaduto durante il 2022 e sull’efficienza dei controllori federali, lenti al punto da impiegare quasi un anno per ultimare un singolo accertamento. «Noi siamo assolutamente tranquilli, non c’è alcuna irregolarità — la difesa del team principal della Red Bull Christian Horner ai microfoni di Sky —, siamo consapevoli dei documenti presentati alla Fia. Siamo un bersaglio facile perché siamo i più veloci, ma sono solo speculazioni di altri team».
Dunque, tensioni e imbarazzi alla viglia della corsa che potrebbe dare a Verstappen, pilota Red Bull, il secondo titolo iridato (QUI le combinazioni). Mentre circola l’ipotesi che due campionati, 2021 e 2022, risultino falsati. Secondo costume tipico si attendono comunicati frutto di compromessi e pietre di scambio riparatorie. Ma già così, in attesa che la valanga avanzi con soffocata intensità, si contano i detriti.
30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 15:35)
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, 2022-09-30 13:35:00, La Federazione avrebbe scoperto che la Red Bull ha speso più del consentito nel 2021: un clamoroso sforamento del budget cap fissato in 145 milioni, Giorgio Terruzzi