Regione Lombardia, il centrodestra si spacca. E il leghista filorusso Savoini è costretto alle dimissioni

di Stefania ChialeL’uomo che fu mediatore di Matteo Salvini in Russia, finito nello scandalo delle intercettazioni all’hotel Metropol di Mosca, è stato tradito da sette voti mancanti alla maggioranza in consiglio regionale Sette franchi tiratori: la maggioranza in Lombardia si spacca sul leghista filorusso, filo-Putin per eccellenza, e la Regione di Salvini vota le dimissioni dell’uomo della Lega per i rapporti con il Cremlino. Il Pirellone ieri, con voto segreto, ha approvato una mozione presentata dal consigliere di +Europa-Radicali Michele Usuelli e firmata dal resto del centrosinistra che invita Gianluca Savoini a dimettersi da vicepresidente del Corecom, l’autorità che ha il compito di garantire la libera informazione. L’uomo che fu mediatore di Matteo Salvini in Russia, finito nello scandalo delle intercettazioni all’hotel Metropol di Mosca, è stato tradito da sette voti mancanti alla maggioranza in consiglio regionale. Ecco i due dati politici della giornata lombarda: l’uomo-cerniera di Salvini con la Russia, il giornalista dal passato nell’estrema destra, presidente dell’associazione Lombardia-Russia e componente del Corecom dall’11 settembre 2018, considerato inopportuno da parte del centrodestra che governa in Lombardia; e, dunque, la maggioranza spaccata. Fonti del centrodestra danno per certo che quattro dei sette franchi tiratori siano interni a Fratelli d’Italia (i quattro consiglieri di FdI presenti in aula, tra cui il capogruppo Franco Lucente), partito che da tempo, «su indicazione dall’alto, appare votare per dividere la maggioranza in Lombardia». Una rottura che preoccupa il centrodestra, non solo lombardo: «Con il voto segreto qualcuno si è schierato a favore delle premesse che per noi erano inaccettabili — ha commentato il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Roberto Anelli —. Non chiedetemi chi è stato perché è sempre difficile saperlo, però quello che è successo è questo. Non esageriamo dicendo che ci può essere una ricaduta politica. Di sicuro, comunque, è un qualcosa che non funziona per quanto riguarda la maggioranza». Con una prima votazione (34 voti a favore e 32 contrari), il Consiglio ha espresso «dissenso rispetto alla permanenza di Savoini, per sua stessa ammissione, incondizionato ammiratore di un regime nemico della libertà di stampa e della verità, tra i componenti dell’autorità regionale che ha il compito di garantire e controllare la libera informazione in Lombardia e l’ha invitato pertanto a rassegnare le dimissioni». Tra le motivazioni della richiesta si ricordano le posizioni «apertamente e dichiaratamente filo-russe» di Savoini e «gli stretti legami con esponenti di primo piano del regime putiniano», il suo ruolo di fondatore dell’associazione culturale Lombardia-Russia e le «importanti missioni ufficiali con oligarchi ed esponenti di primo piano del regime russo nel corso della prima fase della VIII legislatura». 5 aprile 2022 (modifica il 5 aprile 2022 | 21:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-05 19:46:00, L’uomo che fu mediatore di Matteo Salvini in Russia, finito nello scandalo delle intercettazioni all’hotel Metropol di Mosca, è stato tradito da sette voti mancanti alla maggioranza in consiglio regionale, Stefania Chiale

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