Lo sviluppo, in geografia umana e sociale, è quella serie di processi atti a migliorare la qualità della vita ed a favorire diffuso benessere. Il lato oscuro di tali dinamiche è rappresentato dalla differenziazione e dai modelli ai quali queste aderiscono nel tempo. La povertà relativa – talvolta assoluta o moderata – si vede non solo dai noti indicatori (PIL pro capite, ad esempio) ma anche dal rendimento degli studenti provenienti da famiglie svantaggiate o in precaria situazione economica. Sono utili invece quegli indicatori economico sociali menzionati solo in alcune discipline tecniche e nei rapporti istituzionali. L’ISU (Indice di Sviluppo Umano) è connesso non solo con PIL ed aspettativa di vita di una popolazione, ma anche con il suo livello di alfabetizzazione e dispersione scolastica, così come quello di Genere e Sviluppo Equo e Sostenibile. Il Regno Unito accusa, specie nelle aree rurali e periferiche, un profondo calo qualitativo di questi indicatori ed il rialzo pericoloso – cosa che fa breccia nella tenuta del tessuto sociale – del coefficiente di Gini, il quale misura le disparità di reddito in una determinata area. Tutto ciò ha impatto diretto sugli studenti ed il relativo rendimento scolastico.
La ricerca innovativa di Gorard: sviluppo, segregazione, localizzazione e scuola
Numerosi capitoli del lavoro scientifico promosso dal Ministero ed agenzie governative esaminano la misura in cui gli alunni svantaggiati a lungo termine in Inghilterra sono stati raggruppati nelle scuole più dei loro coetanei. Mostra in allegato tutte le tendenze di rendimento per la scuola primaria precedentemente all’emergenza pandemica ed economica derivante dall’iperinflazione e le confronta con quelle successive, marcandone gli aspetti più significativi, anche in relazione al netto calo (attorno al 10 %) dei finanziamenti dedicati a scuola ed istruzione. Il divario tra studenti abbienti e meno è aumentato nel 2015, a causa di modifiche al curriculum degli studi, ma dal 2016 il divario ha ricominciato a diminuire in un’altra fase (dai sette agli 11 anni). È difficile confrontare il divario di risultati dopo il 2019 con quello precedente, a causa dell’interruzione degli esami causata dai blocchi dovuti al COVID-19, ma gli effetti delle chiusure, conferma la ricerca, sono risultati devastanti. La produttività nelle discipline di base è più bassa di quasi il 30% per gli studenti originari di famiglie meno abbienti, secondo report recenti e prove dedicate somministrate a ragazze e ragazzi con fine di confrontare il gap economico con quello culturale. Carenze evidenti in matematica, calcolo logico, comprensione del testo ed inglese.
Problemi di selezione in entrata?
Un modo per ridurre questa segregazione sociale – e quindi il divario di rendimento – è ridurre la varietà dei diversi tipi di scuole, secondo il report e la ricerca menzionata. C’è una varietà inutilmente ampia di istituti, college, licei in Inghilterra. Gli ultimi selezionano gli alunni in base all’abilità, che è legata all’estrazione sociale e – molto spesso – alla loro capacità di pagare profumatamente laboratori ed attività extra curriculari. Scuole di fede selezionate per religione, che è legata spesso all’etnia. Ci sono anche scuole speciali, gratuite, di fondazione, specialistiche e comunitarie, oltre ad accademie e istituti tecnici universitari. Ogni tipologia può indurre a punti di vista diversi, guidando così la segregazione in direzioni ignote. Tutte queste scuole potrebbero essere gradualmente inserite in un sistema nazionale di omologazione locale per tutte le capacità e competenze ritenute dal Ministero come di base. Gli alunni sarebbero ancora in grado di ricevere aiuti aggiuntivi o interventi su misura all’interno di tali istituti.
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