Riforma Cartabia, le vittime non presentano denuncia: tre boss rischiano la scarcerazione

di Redazione online

Le vittime di un pestaggio si sono rifiutate di denunciare i capimafia. I tre restano in carcere solo perch su di loro pendono altre accuse. L’Anm: Il governo corregga al pi presto la legge

Tre boss mafiosi, accusati di un pestaggio ai danni di alcuni rivali rischiavano di essere scarcerati in base alla riforma Cartabia che prevede per una serie di reati la querela della parte offesa . Le vittime dell’aggressione, interpellate dagli inquirenti, si sono rifiutate di denunciare i tre boss e per questi ultimi stavano per aprirsi le porte del ritorno alla libert. Solo il fatto che su di loro pendono altri ordini di cattura ne ha impedito la scarcerazione. L’Anm, prendendo spunto da questo episodio ha chiesto al governo di intervenire a correggere alcune parte della riforma.

I tre detenuti (tutti esponenti del clan Pagliarelli) erano accusati di essere i mandanti di una aggressione ai danni di due rapinatori di Palermo, che avrebbero messo a segno un colpo senza l’autorizzazione dei capi. Era scattato il loro arresto ma nel frattempo entrata in vigore la legge Cartabia che richiede per una serie di reati la querela della parte offesa. In questo novero rientrano appunto anche le minacce e le lesioni anche se – come nel caso in questione – accompagnate dall’aggravante mafiosa. Le vittime dell’aggressione si sono rifiutate di compiere questo passo rendendo di conseguenza nulla la misura cautelare contro i tre capi. Che come detto non sono tornati liberi solo perch su di loro pendono altri processi.

Le recenti notizie in ordine alla probabile revoca di misure cautelari per reati diventati procedibili a querela, pur quando sia contestata l’aggravante del metodo mafioso o dell’ agevolazione mafiosa, impongono un ripensamento , in tempi rapidi, delle scelte del legislatore. A chiedere di cambiare subito la riforma Cartabia in queste ipotesi il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia. A quest’ultimo ha risposto Gian Luigi Gatta, gi consigliere dell’ex ministra Cartabia sottolineando che le lesioni personali, anche con l’aggravante mafiosa, erano perseguibili solo su querela i prima della riforma.

La riforma Cartabia ha stabilito che per procedere contro alcuni reati indispensabile la denuncia della vittima. Ma questo, secondo quanto messo in luce da magistrati, avvocati, forze dell’ordine, sta provocando alcune distorsioni. Ad esempio, la norma si applica in caso di furto; ma il derubato non sempre a conoscenza del fatto e questo fa sfociare il reato in un nulla di fatto se entro tre mesi non viene presentata querela. La norma ha come obiettivo quello di ridurre il carico di processi sui tribunali e anche il sovraffollamento delle carceri.

Nell’elenco dei reati procedibili su querela dalla riforma Cartabia rientrano oltre al furto anche le lesioni personali, la violenza privata, il sequestro di persona (non a scopo di estorsione) , la truffa o la frode informatica.

12 gennaio 2023 (modifica il 12 gennaio 2023 | 18:42)

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