Riforma istituti tecnici e professionali, Valditara: Riforma approda in Senato. Flc Cgil: Ministro sceglie la scorciatoia per lo sviluppo sociale e produttivo

Ancora scintille a distanza fra Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il sindacato Flc Cgil, che nelle ultime settimane sono stati protagonisti di botta e risposta, più o meno diretti.

Stavolta il terreno di scontro è dato dalla riforma degli istituti tecnici e professionali.

Ho apprezzato l’intervento su Italia Oggi con il quale Maria Elena Boschi e Gabriele Toccafondi di Italia Viva hanno espresso sostegno alla nostra riforma degli istituti tecnici e professionali, condividendone la portata innovatrice. È importante che le forze riformiste vadano al di là dei colori politici, soprattutto quando in gioco c’è il futuro dei nostri giovani“, ha detto Valditara, commentando la posizione del partito guidato da Matteo Renzi.

Poi spiega: “la riforma, che la prossima settimana sarà incardinata al Senato, punta a creare una formazione tecnica e professionale di serie A, valorizzando il ruolo dei nostri docenti e rafforzando le competenze degli studenti, in un dialogo costante con il mondo del lavoro e il tessuto produttivo. Andiamo avanti convinti sulla strada di una grande alleanza per la scuola e per i nostri giovani”.

Pronta la replica della Flc Cgil, con un comunicato diramato nella serata del 7 novembre: “nel ricevere la bozza del DPR della riforma degli istituti tecnici non possiamo fare a meno di chiederci se davvero il Ministero dell’Istruzione e del Merito abbia a cuore il confronto con le organizzazioni sindacali e la società civile oppure pensi che l’interlocuzione con i corpi intermedi del settore sia un adempimento burocratico, una seccatura da evadere perché così è la noiosa prassi per la costruzione delle leggi della Repubblica”.

Osserviamo infatti  -prosegue il sindacato – che un provvedimento così importante, che comporta interventi consistenti sul curricolo dei percorsi di istruzione tecnica, sul monte ore, sul relativo profilo educativo e professionale (P.E.Cu.P.) non può essere affrontato e liquidato nell’arco di così poco tempo, soprattutto se l’organizzazione dei percorsi comporta modifiche di non poco conto su organici, uffici tecnici, formazione dei docenti, istituzioni di comitati tecnico scientifico di scuola, ecc. Il tutto sempre e soltanto senza nuovi oneri per la finanza pubblica e con il solito richiamo di rito (per salvarsi l’anima) ‘fatta salva l’autonomia scolastica e le prerogative degli organi collegiali‘”.

Uno dei punti contestati da Flc Cgil è “il nesso insistito e costante fra percorsi di studio e sbocco lavorativo, il privilegiamento dei raccordi con il mondo del lavoro e dei contesti produttivi addirittura di livello locale con tutte le attività didattiche che risultano subordinate e funzionalizzate alle istanze formative avanzate nel contesto socioeconomico di appartenenza, disegnano un sistema di istruzione tecnica frammentato e un impianto fuori tempo destinato a rapida obsolescenza“.

Secondo il sindacato guidato da Gianna Fracassi, “nel momento in cui le forze produttive generali della società della conoscenza e dell’intelligenza artificiale richiedono una “testa ben fatta” in grado di adattarsi alle incessanti evoluzioni della scienza e della tecnica, si va in una direzione esattamente contraria perseguendo una visione breve e bassa dello sviluppo e della crescita produttiva e sociale“.

Per questi motivi, come Cgil ed FLC, abbiamo espresso il nostro parere contrario e abbiamo subito avanzato richiesta di “confronto sindacale” in base all’art. 6 del CCNL Istruzione e ricerca“, conclude il sindacato.

Ci sarà per il prossimo anno scolastico una prima sperimentazione che prospetta una riduzione della durata del ciclo scolastico da 5 a 4 anni, mantenendo invariato l’organico, seguiti da due anni di specializzazione presso gli ITS. La riforma punta a rafforzare le competenze di base in italiano, matematica e inglese, dando maggiore peso alle materie tecniche e laboratoriali.

Una novità significativa è l’introduzione del “campus”, una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e Its Academy. Questo modello si concentra sulla centralità dello studente, offrendo percorsi d’istruzione personalizzati e flessibili. Inoltre, sono previsti accordi di partenariato per la coprogettazione dell’offerta formativa e l’implementazione di percorsi specifici.

Interessante è la proposta di collaborazione a tempo determinato con docenti esterni, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare eventuali lacune di competenze tecniche. Questa maggiore specificità nei corsi, come delineato nel ddl, non dovrebbe compromettere il raggiungimento delle competenze del profilo educativo, culturale e professionale previsto per ciascun indirizzo di studi.

Gli studenti, che hanno concluso i percorsi quadriennali previsti potranno accedere ai percorsi formativi degli ITS Academy, e potranno sostenere l’esame di Stato presso l’istituto professionale assegnato, in deroga al previo sostenimento dell’esame preliminare.

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