Italia Viva considera l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale prevista dal disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’istruzione, e trasmesso al Senato, una priorità per il Paese. In particolare, è positiva l’idea di individuare forme di stretta convergenza e collaborazione tra attori diversi. Il progetto, infatti, prevede la possibilità di sperimentare nelle scuole superiori percorsi quadriennali, ma soprattutto la nascita di reti, chiamate campus, di cui possono far parte istituti dell’istruzione secondaria e dell’istruzione terziaria, Università e ITS Academy, percorsi statali e regionali.
E’ quanto sostiene in un intervento su ‘Italia Oggi’ Maria Elena Boschi, deputata Italia Viva ex sottosegretario all’istruzione.
“Se questo progetto avrà successo – evidenzia – si raggiungeranno molteplici obiettivi, tutti ugualmente condivisibili: agire sul piano culturale, pedagogico e ordinamentale per dare pari dignità a tutti percorsi; rilanciare il segmento tecnico-professionale, che è da tempo in crisi di identità dopo decenni nei quali ha rappresentato una vera e propria eccellenza per il nostro Paese; supportare il tessuto produttivo di ogni territorio e accompagnare la crescita non solo professionale ma anche culturale delle giovani generazioni; istituire quella filiera lunga professionalizzante che tutte le analisi descrivono come primo tassello della lotta alla disoccupazione giovanile, colmando il mismatch tra competenze richieste e offerte, che irrigidisce il mercato del lavoro; inserire la sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione, già in essere e voluta dal governo Draghi, in un quadro coerente, dotando, in particolare le istituzioni formative, di ulteriori strumenti operativi“.
“Tra questi – prosegue – ci convincono particolarmente quelli che se ben implementati avranno effetti positivi anche per il contrasto alla dispersione e il futuro occupazionale delle ragazze e dei ragazzi: la valorizzazione dei passaggi fra percorsi diversi, il ricorso alla flessibilità didattica e organizzativa, la stipula di contratti di prestazioni d’opera con soggetti provenienti dal mondo del lavoro, la certificazione delle competenze trasversali e tecniche acquisite, la valorizzazione delle opere dell’ingegno e dei prodotti oggetto di diritto d’autore o di proprietà industriale e il trasferimento tecnologico verso le imprese. Alcuni elementi – sottolinea Boschi – sono certamente perfettibili, per esempio pensiamo si debba dare tempo alle scuole per spiegare bene alle famiglie le potenzialità di questo percorso e quindi il suo avvio non pensiamo possa avvenire già dal prossimo anno scolastico, visto che le iscrizioni si fanno a gennaio“.
“Su questo e altri miglioramenti – annuncia Boschi – daremo un contributo nell’iter di approvazione del provvedimento. Ci auguriamo un clima di collaborazione e di dialogo costruttivo con il Parlamento, perché da troppo tempo il tema del rapporto tra scuola e lavoro è stato oggetto di uno scontro ideologico, che ha fatto perdere tempo, opportunità e occasioni ai ragazzi. Siamo pronti a fare la nostra parte e disponibili a dialogare con il governo e la maggioranza: auspichiamo che la volontà di ascolto ci sia e che i riformisti di ogni schieramento abbandonino le contrapposizioni sterili per il bene di ogni ragazza e ogni ragazzo“.
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