Rita Dalla Chiesa, la corsa al voto come il «Grande fratello»

Per entrare in politica, Rita Dalla Chiesa ha detto no alla casa del Grande fratello vip. Avrà avuto le sue buone ragioni. Ma non è che abbia fatto una grande scelta di campo: le elezioni «vere» assomigliano sempre di più a quelle del Gf.

La centralità del leader (concorrente) è una costante dei partiti postmoderni che ormai sono macchine al servizio di una dirigenza personale: conta più il carattere (cazzuto, simpatico, seduttivo…) delle idee, esattamente come al Gf.

Le strategie comunicative tendono a denigrare l’avversario più che a presentare con chiarezza il proprio programma, come al Gf. Il voto è soprattutto mosso da onde emotive che, per loro natura, cambiano di continuo (prima Berlusconi, poi Renzi, poi i grillini, poi Salvini, poi…), sollecitando scelte morali e umorali (e la cosa pare molto democratica ed eccitante) come al Gf.

Nella corsa alla vittoria, i social giocano un ruolo decisivo per fissare i temi di cui parlare, come al Gf. Molti candidati, al pari dei cosiddetti vip, sono spesso perfetti sconosciuti, paracadutati con motivazioni le più disparate e disperate, come al Gf (si capisce il dramma di Rocco Casalino, lui che veniva dal Gf). «Il Grande fratello vi guarda», ammoniva George Orwell. È vero il contrario: siamo noi che guardiamo il Grande fratello.

28 agosto 2022, 06:41 – modifica il 28 agosto 2022 | 06:42

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, 2022-08-28 04:45:00, La scelta di preferire le elezioni alla «casa» della tv, Aldo Grasso

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