Andiamo indietro nel tempo quando il servizio militare era obbligatorio e serviva non solo a far amare la patria ai nostri giovani, maschi, ma anche ad uscire per tanti di loro dall’arretratezza sociale e culturale. Si ricorderanno le scuole elementari così dette regimentali, serali, che servivano ad insegnare a leggere e scrivere a tanti ventenni ancora analfabeti, fino al conseguimento della licenza elementare obbligatoria già da tempo.
Non si vuole entrare nell’analisi di quel lungo periodo se non per segnalarne il progressivo abbandono da parte di molti giovani orientati verso il servizio civile. Fu abolita la leva obbligatoria e il nostro paese optò per un esercito di professionisti, nel quale furono inserite anche le donne, impiegato ancora oggi in missioni internazionali sia in teatri di guerra che in addestramento delle truppe di altri paesi.
Il servizio civile divenne così l’opzione dominante per giovani, maschi e femmine, che volevano dedicare il tempo corrispondente a quello del militare a prestare la loro opera in attività socialmente utili nell’ambito del volontariato o della pubblica amministrazione. All’inizio fu accolto con entusiasmo ed i progetti che li potevano accogliere si diffondevano fino a contendersi la loro prestazione. Si trattava perlopiù di studenti che conseguito il diploma, anche prima di iscriversi all’università, dedicavano la loro attività agli altri, fossero essi bisognosi di aiuto in modo diretto o in servizi pubblici. Tali attività oltre ad essere una scuola di vita, come in tanti hanno dato testimonianza, avevano anche una funzione orientativa, sia per la prosecuzione degli studi, sia per l’affacciarsi al mondo del lavoro.
Con il tempo però anche questa pratica, che nel frattempo fu resa maggiormente organica da una legge ad hoc e fu ripresa a livello europeo con la possibilità di intraprendere un servizio civile internazionale, perse un po’ di interesse, come tutte le cose che coinvolgono i giovani se gli adulti non dimostrano di crederci e di investire in esse e molti progetti oggi vengono pubblicizzati dai media in cerca di giovani disposti ad aderirvi.
Intanto che il servizio civile procede un po’ stancamente, ricompare la naia attraverso campi scuola che preludono ad un nuovo servizio militare, all’inizio come forma di scoutismo legato alla tutela dell’ambiente ed alla protezione civile, ma da lì ad arrivare ad una formazione militare in senso stretto, con tanto di riservisti, il passo può essere breve.
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