di Luisa Monforte
Secondo il municipio la richiesta di un alloggio è stata presentata in ritardo. La compagna dell’uomo è ospite di un’amica, la figlia ventenne ora vive da una zia ad Anguillara
Da oltre due mesi, da quando la sua casa è rimasta coinvolta nel maxi-rogo a Casalotti, Angelo dorme in auto. A causa di un cavillo burocratico non ha avuto accesso all’emergenza alloggiativa. Ora che l’inverno è alle porte, il 56enne, disoccupato, teme il protrarsi della situazione. La presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti, però, assicura: «Lo incontrerò». Il calvario di Angelo Severa inizia la sera del 27 giugno, quando un enorme incendio devasta ettari di terreni a Casalotti. Le fiamme lambiscono molte abitazioni tra cui la sua: una soffitta, adibita ad appartamento, in cui vive però con regolare residenza e contratto di locazione. Angelo, la compagna e la figlia ventenne non sono in casa. Quando rientrano il rogo è domato, ma la casa è inagibile. Ogni cosa è andata in fumo, e i loro due cani sono morti. «Abbiamo perso tutto, gli album con le foto e gli indumenti, i ricordi di una vita», racconta l’uomo. Angelo è un fabbro specializzato, nel 2010 la ditta con cui lavorava non ha retto la crisi e lui è stato licenziato.
Al tempo viveva in lungotevere della Vittorie, in Prati: un’esistenza regolare. Perso il lavoro ha iniziato a vagabondare, da un alloggio all’altro. «Sempre in affitto, un lavoro sicuro non si trova,sono troppo qualificato e a 56 anni nessuno ti assume . Mi arrangio come posso, la mia compagna fa la badante», spiega. Ora Angelo percepisce il reddito di cittadinanza «ma a ottobre scade il diritto all’emolumento, non so come affronterò l’inverno senza un lavoro e una casa». L’intoppo burocratico è presto spiegato: il 28 giugno, all’indomani del rogo, Angelo si reca agli uffici municipali per chiedere l’assistenza alloggiativa. Manca il verbale di inagibilità dei vigili del fuoco. Il 29 giugno, però, è una giornata festiva e subito dopo c’è un ponte lungo e il weekend. Il documento arriva il lunedì successivo, il 4 luglio. «Dopo decine di chiamate mi dicono che la richiesta non è stata presentata entro le 48 ore e quindi è decaduto il diritto all’assistenza», dice Angelo. Così la sua compagna si sistema a casa di un’amica, sua figlia da una zia a Anguillara. Lui dorme in auto, davanti all’abitazione di sempre. «Se fa freddo mi copro con l’asciugamano, quando mi sveglio vado a lavarmi all’autogrill e poi vado a cercare lavoro», racconta. Così da 73 giorni. «L’inverno è alle porte, soffrirò il freddo ma soffro di più questo limbo: la mia famiglia si è separata e le speranze di tornare insieme si affievoliscono».
Il caso un mese fa è finito anche all’attenzione di una commissione congiunta Trasparenza e Politiche sociali del Municipio XIII. «La seduta, però, si è risolta con un nulla di fatto: dormo ancora in auto. Devo dire però che un’assistente sociale sta provando ad aiutarmi», sospira Angelo. «Mi dispiace apprendere che dopo mesi persiste questa situazione – chiarisce la presidente Giuseppetti – chiederò all’assistente sociale che lo sta seguendo di avere i riferimenti e lo contatterò. Mi impegno a incontrarlo per capire come possiamo aiutarlo per quelle che sono le competenze municipali», conclude.
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12 settembre 2022 (modifica il 12 settembre 2022 | 15:10)
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, 2022-09-12 13:11:00, Secondo il municipio la richiesta di un alloggio è stata presentata in ritardo. La compagna dell’uomo è ospite di un’amica, la figlia ventenne ora vive da una zia ad Anguillara, Luisa Monforte