Roma, «Il seminatore» di Van Gogh imbrattato con zuppa di verdura dagli ambientalisti di Ultima Generazione

di Laura Martellini

Blitz a Palazzo Bonaparte. Due attivisti per il clima due settimane fa hanno lanciato su un dipinto di Monet purè di patate. I curatori della mostra: «Nessun danno»

Azione degli ambientalisti di Ultima Generazione alla mostra di Van Gogh a Roma. Alcuni militanti del movimento ecologista hanno imbrattato stamattina con una zuppa di verdura l’opera «Seminatore al tramonto», del 1888, esposta a Palazzo Bonaparte e proveniente dal Museo Kroller-Muller di Otterlo. Subito è intervenuta la sicurezza, che ha chiuso le sale della mostra e allontanato i visitatori. I manifestanti dopo avere gettato la passata di piselli sull’opera, fortunatamente protetta da una teca di vetro, si sono attaccati alla parete e hanno urlato slogan contro l’uso del carbone e sulle conseguenze del cambiamento climatico. Del blitz è stato subito informato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che di rientro da Napoli ha fissato un appuntamento a Palazzo Bonaparte. In mattinata Ultima Generazione aveva bloccato nuovamente il traffico con un sit-in sull’asfalto della tangenziale Est, provocando come sempre la reazione furiosa degli automobilisti.

«Per il momento possiamo solo dire che l’opera non è stata danneggiata» spiegano dal team di Arthemisia, la società curatrice della mostra. Autori del gesto quattro giovani ragazze, con addosso una maglietta bianca, entrate pagando regolarmente il biglietto. Nella confusione si sono avvicinate all’opera, e hanno estratto il cibo in scatola che hanno lanciato contro il quadro. Il racconto di una visitatrice italiana, ancora sotto choc per quanto accaduto: «Stavo fotografando l’opera Il semina tore, quando ho visto attraverso l’obiettivo un liquido verde colare sulla superficie del dipinto. Immediatamente ho abbassato la macchina fotografica e a quel punto s’è creato un parapiglia. Urla, gente che accorreva e scattava foto con i telefonini, i custodi indaffarati a bloccare le quattro ragazze che però non si scollavano dalla parete». Secco il commento del ministro dei Beni culturali, Gennaro Sangiuliano: «Attaccare l’arte è un atto ignobile che va fermamente condannato. La cultura, che è alla base della nostra identità, va difesa e protetta, non certo utilizzata come megafono per altre forme di protesta. Peraltro il nostro patrimonio culturale va tutelato proprio dalle conseguenze del cambiamento climatico. Questo ennesimo gesto non può quindi passare come una legittima espressione di protesta». Alle parole del ministro ribattono direttamente gli attivisti: «Respingiamo le dichiarazioni del ministro che sostiene che il nostro sia un attacco all’arte e all’identità culturale del paese: le azioni di non violenza sono il risultato dell’inerzia del governo italiano sul fronte climatico. È controverso – spiegano – che a preoccupare maggiormente il ministro sia il vetro sporco di un quadro piuttosto che il nostro futuro sporcato dalle conseguenze del collasso eco-climatico: non sarà possibile tutelare il patrimonio culturale dal cambiamento climatico perché questo governo non sta facendo nulla per fermarlo”.

Non un nuovo modo di procedere, purtroppo: due attivisti per il clima hanno lanciato su un dipinto di Monet due settimane fa purè di patate. È successo al museo Barberini di Postdam: «Questo dipinto non varrà nulla se tra qualche anno dovremo combattere per il cibo. Quando inizierete, finalmente, ad ascoltarci?». Ancora prima, «colleghe» del movimento Just Stop Oil avevano lanciato zuppa di pomodoro sul capolavoro di Van Gogh I girasoli in mostra alla National Gallery di Londra chiedendo l’immediata cessazione di qualsiasi nuovo progetto petrolifero o legato al gas. Scotland Yard ha arrestato le due per «deterioramento».

I carabinieri sono al lavoro a Palazzo Bonaparte e hanno già identificato le autrici del gesto, che come negli altri casi non hanno lo scopo di nascondersi, ma vanno fiere dei loro gesti dalla doppia lettura. Per alcuni azioni efficaci, per altri semplici atti vandalici. «Seminatore al tramonto», preso di mira oggi, è un olio su tela che Van Gogh dipinse ad Arles durante il soggiorno in Provenza (febbraio 1888-maggio 1889, l’anno successivo morì). Appartiene al periodo in cui la sua pittura cambia, ogni spazialità è eliminata, lo spazio è creato dal colore. La scena si svolge in un paesaggio agreste: un contadino vestito con pantaloni e camicia blu incede con passo deciso in un’ampia pianura, intento nella semina dei campi. Con il braccio sinistro tiene a tracolla un sacchetto di semi e con il destro, compiendo un ampio gesto, sparge il frumento. Sull’orizzonte sta lentamente scomparendo il disco solare.

Curioso che a essere colpito sia un dipinto d’ambiente, a proposito del quale scriveva il pittore (da Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ri trovato di Marco Goldin, Solferino): «I contadini stanno per tagliare il grano, sto finendo di dipingere alcuni quadri di campi. Saranno gli ultimi ormai per questa stagione… Mi sento in uno stato d’animo perfetto per dipingere tutto questo che vedo, finché la lontananza da verde si fa azzurra e si capisce che il cielo è il nostro principio e la nostra fine. Il luogo in cui ci addormenteremo. Lì, qualcosa di sacro accade. Da sempre, da quando noi tutti siamo».Uno fra i 50 capolavori che fino al 26 marzo 2023 saranno in mostra a piazza Venezia.

4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 20:34)

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, 2022-11-04 19:34:00, Blitz a Palazzo Bonaparte. Due attivisti per il clima due settimane fa hanno lanciato su un dipinto di Monet purè di patate. I curatori della mostra: «Nessun danno», Laura Martellini

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