Roma, prigionieri della stazione metro A Cornelia, una passeggera: «Come scimmie in gabbia»

di Maria Egizia Fiaschetti

Natia, originaria della Georgia, trasferitasi a Roma 13 anni fa, è partita presto dal suo quartiere, il Tiburtino, per arrivare in tempo al lavoro, a Bravetta, sapendo dello sciopero. Rimasta bloccata per 40 minuti in stazione, si è sentita «in trappola»

«In gabbia come le scimmie». Natia X., originaria della Georgia, trasferitasi a Roma 13 anni fa, ieri mattina è partita presto dal suo quartiere, il Tiburtino, sperando di riuscire ad arrivare in tempo a Bravetta, nel negozio dove lavora come parrucchiera. Sapendo dello sciopero è uscita in anticipo, salvo poi ritrovarsi intrappolata per 40 minuti nella stazione della metro A Cornelia.

Cosa è accaduto in quei lunghi istanti, mentre aspettavate increduli che venissero a liberarvi?
«Ho sentito dire che qualcuno ha avuto un malore, il che non mi sorprenderebbe… Cornelia ha due lati per l’uscita, ciascuno accessibile attraverso tre scale mobili abbastanza profonde. Siamo saliti a piedi da una parte, una fatica per i giovani figuriamoci per gli anziani, perché gli impianti erano fuori uso..».

A quel punto cosa avete fatto?
«Trovando i cancelli chiusi, siamo tornati indietro per risalire dalla parte opposta, ormai senza fiato, ma anche lì era tutto sbarrato. Come in galera».

Come avete cercato aiuto?
«Visto che all’interno della stazione non arrivava alcuna comunicazione, molti hanno iniziato a chiamare le forze dell’ordine e i vigili del fuoco e a pubblicare video sui social per richiamare l’attenzione. Per non parlare di come siamo stati trattati quando, finalmente, è arrivato qualcuno…».

Cosa l’ha infastidita, oltre alla situazione di stress e disagio nella quale si è trovata?
«Quando, dopo 40 minuti, è arrivata una dipendente di Atac si è limitata ad aprire una porta senza neanche scusarsi».

Qual è stato il pensiero peggiore mentre eravate bloccati senza ricevere alcun segnale?
«Ero in ansia non sapendo per quanto tempo saremmo dovuti rimanere lì… se, e quando, ci avrebbero tirati fuori».

Da utente abituale del trasporto pubblico, a parte la situazione estrema verificatasi questa mattina (ieri, ndr), come valuta la qualità del servizio?
«Noi pendolari siamo sempre stressati. Il servizio della metropolitana è da Terzo mondo: non funziona niente, una vergogna. Io abito a Tiburtina e la linea B è la peggiore, ma nessuno ne parla».

Quando finalmente siete usciti, cosa ha provato?
«Nonostante fossi provata dal saliscendi sulle scale mobili fuori servizio e dalla tensione accumulata, mi sono dovuta affrettare a piedi fino a Bravetta perché non circolava neppure un autobus».

Da straniera, come vive la città?
«Mi dispiace vedere una Capitale come Roma, bellissima, ridotta così… andrebbe rispettata e coccolata».

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17 settembre 2022 (modifica il 17 settembre 2022 | 07:38)

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, 2022-09-17 05:38:00, Natia, originaria della Georgia, trasferitasi a Roma 13 anni fa, è partita presto dal suo quartiere, il Tiburtino, per arrivare in tempo al lavoro, a Bravetta, sapendo dello sciopero. Rimasta bloccata per 40 minuti in stazione, si è sentita «in trappola», Maria Egizia Fiaschetti

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