Il 34enne ivoriano, l’unico condannato («in concorso») per l’omicidio di Meredith Kercher, parla per la prima volta al Sun dopo aver scontato i 13 anni di pena: «Le mani insanguinate? Tentai di tamponare le ferite. Ho scritto alla famiglia Kercher per spiegarmi, ma oggi è tardi per chiedere scusa»
Il 34enne ivoriano, l’unico condannato («in concorso») per l’omicidio di Meredith Kercher, parla per la prima volta al Sun dopo aver scontato i 13 anni di pena: «Le mani insanguinate? Tentai di tamponare le ferite. Ho scritto alla famiglia Kercher per spiegarmi, ma oggi è tardi per chiedere scusa»
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