Il premier olandese Rutte: La risposta agli incentivi Usa?Aiuti di Stato mirati e riforme

l’intervista

di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles24 gen 2023

Il premier olandese Mark Rutte: «La risposta agli incentivi Usa? Aiuti di Stato mirati e riforme» Mark Rutte e Ursula von del Leyen.

L’idea di fondo di Next Generation Eu era che con la prossima pandemia o di fronte a qualsiasi altra grande crisi tutti i Paesi Ue sarebbero stati in grado di affrontare da soli i problemi e non avrebbero pi avuto bisogno dei fondi europei perch avrebbero attuato le riforme pensionistiche, sociali, abitative. Il premier olandese Mark Ruttenon si muove di un millimetro dalle posizioni per cui i Paesi Bassi sono noti: titubante nei confronti di ogni forma di nuovo debito comune e sull’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. E nemmeno il massiccio piano di investimenti messi sul tavolo dal presidente Usa Joe Biden, circa 370 miliardi di dollari, per incentivare l’industria statunitense nella transizione verde scalfisce le sue convinzioni. Rutte ieri era a Bruxelles per un incontro con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con la quale ha parlato dei temi del Consiglio europeo del 9-10 febbraio: reazione europea all’Ira e immigrazione. Ha incontrato un gruppo ristretto di media europei.

Perch l’Olanda contraria a soldi nuovi?
Perch sono ancora disponibili parte dei prestiti nell’ambito della Recovery and Resilience Facility (lo strumento principale di Next Generation Eu, ndr) e molti Paesi non li stanno utilizzando. Quindi ci sono cos tanti soldi in questo momento a disposizione che utile cercare di combinare ci che c’ gi. Nel mio Paese l’unico modo in cui siamo riusciti ad approvare il programma di sovvenzioni stato perch era legato alle riforme. Ed per questo che sono molto felice che la Commissione europea si stia assicurando che tutti i Paesi, compreso il mio, stiano attuando le riforme.

La bozza delle conclusioni del prossimo Consiglio europeo parla di un nuovo meccanismo Sure. troppo presto?
Non commento mai le bozze. Ma se mi chiedete se sia a favore di un programma Sure ho dei dubbi.

L’ex premier Monti ha detto che non ha senso una corsa agli aiuti di Stato da parte di Ue e Usa, che invece devono trovare una posizione comune. Cosa ne pensa?
Sono in corso colloqui tra la Commissione e l’amministrazione Usa per assicurarsi che le conseguenze ”involontarie” dell’Ira siano affrontate. Ma dobbiamo anche pensare a come organizzarci per fare in modo che gli investimenti siano effettuati in Europa. E non sono gli Stati Uniti i responsabili di come funziona il nostro sistema. Si pu per imparare dagli Usa che non ci sono solo i sussidi, ma anche l’aspetto fiscale, o una combinazione. Non dipende solo dagli Usa la nostra competitivit ma anche da noi.

Cosa intende per aiuti di Stato mirati e limitati?
Non siamo molto contenti di modificare le norme sugli aiuti di Stato. Ma immagino che si terr un dibattito: posso accettare alcuni cambiamenti purch siano limitati, ma devo essere convinto che tali cambiamenti saranno utili e proficui.

Quanto dovrebbero durare le nuove regole?
Aspetto con impazienza il dibattito del 9 e 10 febbraio. Una corsa all’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato non ci piace, perch una delle cose di maggior successo dell’Ue il mercato interno, che si basa sul successo delle politiche commerciali e sugli aiuti di Stato e commerciali. E se vengono cambiate per troppo tempo, potremmo avere un impatto a lungo termine.

Secondo altri leader l’Ue deve reagire alla concorrenza di Cina e Usa in modo deciso.
Sostengo molto la Commissione nel cercare di trovare i fondi il pi rapidamente possibile e il modo di sborsarli. Ma dobbiamo continuare a cambiare le nostre economie. La nostra competitivit deriva in primo luogo dal buon funzionamento delle pensioni, del mercato del lavoro e degli alloggi, dal sistema delle autorizzazioni e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. Non mi riferisco a singoli Paesi, ma ritengo che alcune grandi economie Ue potrebbero trarre beneficio dal continuare le riforme che stanno attuando accelerandole.

Cosa si aspetta dal prossimo Consiglio europeo?
Ci concentreremo sui soldi gi a disposizione e probabilmente porteremo a termine il dibattito sugli aiuti di Stato sulla base dei dati della Commissione. Le decisioni poi saranno prese a livello di ministri. Non abbiamo tempo da perdere.

a favore dell’uso di fondi Ue per costruire recinzioni ai confini esterni e come valuta l’apertura di campi fuori dell’Ue per i richiedenti asilo?
A febbraio e anche in seguito voglio che si raggiunga un accordo sull’immigrazione. Dobbiamo trovare soluzioni pratiche che abbiano il sostegno della maggioranza e alla fine l’unanimit. Su questi due temi difficilmente si arriver a una maggioranza. Quindi credo ci si debba concentrare su regolamento di Dublino, frontiere esterne, visti, politiche di rimpatrio.

Con il nuovo governo italiano avete pi punti in comune?
Ho lavorato con otto governi italiani e ho sempre visto una linea coerente sull’immigrazione a livello Ue, le differenze sono enfatizzate nel dibattito italiano. Anche con Giorgia Meloni ho un ottimo rapporto di lavoro. Dall’Italia proviene una linea di pensiero molto coerente che rende in un certo senso facile negoziare con Roma. Se l’Italia deve avere tutto l’aiuto possibile per far fronte ai flussi migratori, allo stesso tempo fondamentale che faccia anche ci che necessario per assicurarsi che il sistema di Dublino funzioni. Finora non credo che tra Draghi e Meloni, in termini di proposte, ci siano grandi differenze o elementi di conflitto. Dobbiamo lavorare per assicurarci di ridurre i numeri complessivi.

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