Salario minimo, perché in Italia non ci sarà (il voto contrario e le conseguenze)

In Aula

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén03 dic 2022

Salario minimo, perché in Italia non ci sarà (il voto contrario del Parlamento e le conseguenze)

La maggioranza di centrodestra ha affossato l’introduzione di un salario minimo. Nella serata del 30 novembre sono state bocciate tutte e cinque le mozioni presentate in aula alla Camera dalle opposizioni, mentre queste ultime tentavano – inutilmente – di ricompattarsi per poi votare le proposte separate e mantenendo distanze su alcuni punti. Alla fine, l’unica che passa – ovviamente – è il testo deciso dal centrodestra con un impegno molto generico a «raggiungere l’obiettivo della tutela dei diritti dei lavoratori», ma appunto «non con l’introduzione del salario minimo». L’elenco delle iniziative che si vorrebbero come alternativa vanno dall’«estendere l’efficacia dei contratti collettivi nazionali più rappresentativi» al «favorire l’apertura di un tavolo di confronto» con le parti sociali per abbattere il cuneo fiscale e il costo del lavoro.

Terzo polo rompe il fronte delle opposizioni

Durante la discussione, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando aveva tentato di compattare la minoranza: «Non ci mettiamo a piantare bandierine, il fronte deve essere più ampio possibile perché è una battaglia cruciale per il Paese». Ma alla finee, Azione-Italia Viva si smarcano e vanno per la loro strada, raccogliendo ancora una volta i sospetti che il Terzo polo sia d’accordo con la maggioranza. Per il leader del M5S Giuseppe Conte, che del salario minimo ha fatto uno dei temi principali della campagna elettorale, la maggioranza di Governo «gira le spalle a chi ha stipendi da fame», mentre «il Governo Meloni abbandona i lavoratori in difficoltà».

Le divergenze tra M5S e Pd

Per la prima volta, con l’esclusione di Azione-Italia Viva, si è visto un fronte comune tra le forze di opposizione. E infatti Pd, M5S e Alleanza verdi-Sinistra non votano solo le loro mozioni ma anche quelle degli altri, provando così ad affermare una posizione unitaria. Restano però alcune distanze sulla quantificazione della soglia di retribuzione. Il Movimento infatti – come viene segnalato da fonti parlamentari cinque stelle – non vota tutta la mozione del Pd: fa eccezione la parte in cui si fissa a 9,50 euro l’ora la soglia minima del «complessivo trattamento economico» corrisposto ai lavoratori. «Con quella dicitura – spiegano le stesse fonti a LaPresse – si finisce per comprendere non solo gli oneri contributivi e previdenziali, come nella proposta nostra e di Avs, ma anche altre voci come il rateo della tredicesima e il contributo maternità. La retribuzione minima effettiva proposta dal Pd sarebbe quindi molto inferiore ai 9 euro l’ora che per noi deve rappresentare il salario minimo al lordo dei soli oneri contributivi e previdenziali». Le forze di maggioranza ringraziano.

Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni lunedì nella tua casella di posta.

E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”
e “L’Economia Ore 18”

.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-12-03 11:33:00, Il Parlamento, su proposta del governo, ha deciso di non accogliere le indicazioni sul salario minimo contenute nella direttiva Ue: bocciata in Aula la sua introduzione contenuta in due mozioni di Pd ed M5s, passa quella della maggioranza che lo boccia, Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version