Salvini a Mosca, in campo il Copasir. Draghi cauto per difendere il governo

di Monica Guerzoni Riflettori sul ruolo di Antonio Capuano, il consulente diplomatico del segretario leghista. Il fastidio del Vaticano per essere stato chiamato in causa Lo stupore della Farnesina, di Palazzo Chigi e del Quirinale per il piano di pace che Salvini vorrebbe portare a Mosca investe il Parlamento e interpella il Copasir. Il Comitato per la sicurezza della Repubblica sta valutando l’apertura di un dossier che avrebbe al centro la figura di Antonio Capuano, il consulente diplomatico del segretario leghista che si è mosso con l’ambasciata russa per organizzare la missione. E così le dichiarazioni dell’avvocato ed ex deputato di Forza Italia potrebbero finire sul tavolo di Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti. Elio Vito, che del Copasir fa parte, ha presentato un’interrogazione a Draghi e a Di Maio per sapere se fossero informati degli incontri di Salvini e Capuano con ambasciate straniere, che per il deputato di Forza Italia «possono compromettere la nostra sicurezza nazionale». Il Copasir, che nel 2019 si era occupato del caso Moscopoli, non acquisirà documenti e informazioni sul segretario della Lega, non avendo titolo per valutare l’attività politica di un parlamentare che non abbia violato un segreto di Stato o messo a rischio la sicurezza del Paese. Ma Capuano parlamentare non lo è più ed è su di lui che potrebbero accendersi le luci del Copasir. Per il Pd l’idea della visita a Mosca rischia di «gettare un’ombra pesante sull’Italia». Enrico Borghi e Lia Quartapelle chiedono a Salvini di chiarire a Draghi le ragioni di una «iniziativa ambigua e sbagliata sotto il profilo diplomatico, istituzionale e politico». I Radicali italiani vogliono sia il premier a convocare con urgenza Salvini perché la sua iniziativa «rappresenta la prova che l’Italia è il ventre molle della Ue, in cui gli uomini di Putin possono trovare complicità, connivenze, alleanze». La missione di Salvini è congelata, o forse fallita, eppure continua ad agitare i palazzi della politica. E un certo fastidio per le dichiarazioni di Capuano si coglie anche nelle stanze vaticane. Salvini venerdì ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, il quale non avrebbe benedetto il viaggio, ma si sarebbe limitato ad ascoltare: la Santa Sede non intende entrare nelle altrui mediazioni, dal momento che papa Francesco, come ha detto al Corriere un mese fa, è pronto ad andare a Mosca per parlare di pace con Putin. Se c’è irritazione al Vaticano, a Palazzo Chigi c’è sconcerto, coperto da una buona dose di cautela e realismo politico. Il premier, come ha detto Giorgetti, ne ha «le scatole piene» di cercare la sintesi tra i partiti. L’aggressione della Russia all’Ucraina ha innescato una crisi senza precedenti dai tempi delle Torri Gemelle e della guerra in Iraq, eppure il premier può contare sull’atlantismo incondizionato di Letta, ma non sulla sintonia con Conte, Berlusconi e Salvini: tre leader non certo schierati dalla parte di Kiev. Fonti di governo partono da qui per spiegare perché a Palazzo Chigi si sia scelto di non reagire, pur sapendo che visti, bagagli e biglietti aerei erano pronti. Per quanto l’iniziativa di Salvini possa essere ritenuta grave e inopportuna, Draghi non lo ha ancora convocato per un chiarimento. «Con la guerra che infuria e i soldi del Pnrr da prendere, la priorità del premier è tenere in piedi il governo e saldo un Paese fragile come l’Italia — è la lettura di un ministro «draghiano» —. E la Lega, quando si è votato sulla politica estera, ha mostrato totale adesione alla linea del premier». In un momento meno delicato e con una maggioranza più stabile, insomma, la reazione sarebbe stata diversa. Ma adesso quel che più conta per Draghi, impegnato in una difficile mediazione tra Mosca e Kiev, è che il governo non finisca azzoppato. La mina è già stata piazzata: il 21 giugno, prima del Consiglio Ue del 23 e in vista del G7 e del vertice Nato, la risoluzione parlamentare sarà una conta ad alto rischio. Il M5S di Conte non vuole più inviare armi all’Ucraina e cerca la sponda della Lega. E il bersaglio è Mario Draghi. 31 maggio 2022 (modifica il 31 maggio 2022 | 09:06) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-31 07:25:00, Riflettori sul ruolo di Antonio Capuano, il consulente diplomatico del segretario leghista. Il fastidio del Vaticano per essere stato chiamato in causa, Monica Guerzoni

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