di Marco Cremonesi
Cori e applausi dagli eletti: torna al ministero dell’Interno. Lombardia, lite Moratti-Lega. Lei: non accetterei dicasteri, con Fontana c’era l’impegno per un passaggio di testimone
Nel primo giorno di scuola, i neo eletti non hanno dubbi: «Salvini al Viminale». Ma nel partito le acque sono agitate, Roberto Maroni candida Luca Zaia alla guida del partito: «Ho già detto che il mio cuore è in Veneto» ribatte l’interessato. Potrebbe bastare, ma non ancora. Ieri sera, la vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti ripropone la sua disponibilità a candidarsi alle Regionali 2023. Anche se il candidato della Lega è l’attuale governatore Attilio Fontana. Ed è scontro.
Matteo Salvini ha convocato ieri pomeriggio i suoi 95 neo parlamentari (dei quali circa uno su tre è al primo mandato) per l’abituale breafing di inizio mandato. Al teatro Umberto, oltre a lui, parlano soltanto i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Salvini inizia la riunione facendo l’appello, chiamando li uno ad uno sulla base delle provenienze. Il messaggio politico è chiarissimo e affidato alle immagini: un video riprende i parlamentari, tutti insieme sul palco, a inneggiare a Salvini. E poi c’è una foto che il segretario insieme al sua vice Giancarlo Giorgetti, a suggerire che il rapporto sia senza ombre. E se Salvini è ben attento a non voler forzare la mano con le sue parole nella costruzione del governo («Si sceglierà i meglio»), i singoli parlamentari sono unanimi: «Non avrebbe senso Salvini fuori dal Viminale».
Ma nella discussione sui futuri assetti della Lega, ieri è entrato l’ex segretario Roberto Maroni. Che in una lettera al Foglio scrive: «Io non vorrei fare nomi ma forse può essere utile farne uno per capire di cosa si sta parlando. Un indizio: è un governatore. Un profilo: quello di Luca Zaia». L’ex ministro assegna al possibile leader una missione: «Far nascere una federazione tra Forza Italia e la Lega». Ma l’interessato si chiama fuori». Resta il fatto che l’aria in Veneto è tesa. E l’assessore Roberto Marcato potrebbe candidarsi a guidare la Lega contro il commissario Alberto Stefani.
In Lombardia deflagra un problema grosso. Ospite di Marco Damilano su Rai3, Letizia Moratti conferma la sua intenzione di candidarsi alla guida della Regione: «Io sono in campo con una rete civica ma aspetto una decisione da parte dell’intera coalizione del centrodestra». La vicepresidente non accetterebbe nomine a ministro: «Sarei onorata, ma penso di poter dare un valore aggiunto qui». Moratti aggiunge di aver accettato l’incarico «in un momento difficile» con un «impegno parallelo che il presidente mi aveva dato allora, con un passaggio di testimone naturale a fine legislatura».
Attilio Fontana ovviamente non la prende bene: «Mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato, mai promesso qualcosa che non era nelle mie disponibilità. A questo punto, però, sono io a chiedere un chiarimento netto e definitivo, già dalle prossime ore». Risponde a Moratti anche il segretario della Lega lombarda Fabrizio Cecchetti: «Se qualcuno ha cambiato idea o squadra si faccia da parte».
29 settembre 2022 (modifica il 29 settembre 2022 | 23:18)
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, 2022-09-29 21:28:00, Cori e applausi dagli eletti: torna al ministero dell’Interno. Lombardia, lite Moratti-Lega. Lei: non accetterei dicasteri, con Fontana c’era l’impegno per un passaggio di testimone, Marco Cremonesi