Il grido di dolore dellIran con Pegah Moshir Pouh e Drusilla Foer a Sanremo: A Teheran mi avrebbero uccisa

di Barbara Visentin

L’attivista dei diritti umani ha ricordato che cosa sta succedendo nel Paese da quando sono esplose le proteste

I diritti umani e il sogno di libert dell’Iran sono stati al centro dei riflettori sanremesi con il monologo di Pegah Moshir Pouh, attivista italiana di origine iraniana che salita sul palco dell’Ariston per ricordare che cosa sta succedendo nel suo Paese, poi raggiunta da Drusilla Foer. C’ un posto nel mondo dove non si pu amare liberamente, n vivere liberamente, dove i ragazzi muoiono in nome di un ideale chiamato “Donna, vita, libert”, quel Paese l’Iran, l’ha introdotta Amadeus.

In Iran non sarei potuta essere cos vestita e truccata e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico perch sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa. E per questo ho deciso, insieme a tanti miei coetanei, che la paura non ci fa pi paura e di dare voce a una generazione cresciuta sotto un regime di terrore, ha esordito l’attivista, classe 1990, lucana di origine iraniana, arrivata in Italia, insieme alla sua famiglia, nel 1999.

La parola paradiso deriva dal termine persiano “pardis”, giardino protetto. Allora io mi chiedo, esiste un paradiso forzato? Ahim s. Come si pu chiamare un posto dove il regime uccide persino i bambini? Dal 16 settembre 2022, dalla morte di Mahsa Amini, il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso. Io vi ringrazio perch ricordate al mondo che la musica un diritto umano, ha proseguito.

Pegah ha poi fatto ascoltare le note di Baraye, la canzone simbolo delle proteste in Iran, per cui il cantante Shervin Hajipour stato arrestato (e poi rilasciato su cauzione) e con cui appena stato insignito di un Grammy Award. Insieme a Drusilla, l’attivista si sciolta i capelli e ha ricordato a che cosa vanno incontro i giovani iraniani che vogliono vivere una vita libera, tra intellettuali imprigionati, bambini rifugiati afghani perseguitati, omosessuali che rischiano l’impiccagione per la libert. Il messaggio si concluso proprio ripetendo pi volte la frase per la libert.

8 febbraio 2023 (modifica il 9 febbraio 2023 | 00:56)

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