Sansoni: «Giorgia Meloni ha snobbato Napoli. Non ha capito che oggi la città è centrale»

l’intervista Mezzogiorno, 17 settembre 2022 – 07:54 Storico e profondo conoscitore della destra napoletana: «Non so se sia stato un errore o un messaggio. Ma qui il partito ha avuto una serie di difficoltà» di Claudio Mazzone «È evidente che Fratelli d’Italia in questi anni su Napoli abbia avuto una debolezza palese», dice Alessandro Sansoni, storico e giornalista napoletano, ma soprattutto attento conoscitore delle dinamiche della destra partenopea. Quali sono queste debolezze?«Il partito di Giorgia Meloni ha una serie di difficoltà in città dovute probabilmente anche al personale politico reclutato inizialmente che si è dimostrato poco attivo e poco presente sul territorio. Questo ha fatto sì che ci fosse un vero e proprio disinteresse da parte di Fratelli d’Italia nei confronti di Napoli. Bisogna ricordare che tutto comincia con la candidatura fallimentare di Marcello Taglialatela a sindaco della città partenopea nel 2016. Lui decise con il partito di candidarsi sostenuto solo da FdI con un risultato disastroso, a stento superò l’1%». Dunque Meloni ha puntato sul Nord? «Sembrerebbe proprio di sì. In questa campagna elettorale Giorgia Meloni, che sta girando molto, è passata in tutte le città del Nord. Per questo la sua assenza a Napoli salta ancora di più all’occhio». Come se lo spiega? «Non so se è un errore o un messaggio, penso però che ci sia un nodo di fondo che non è mai stato sciolto, cioè qual è il ruolo di Napoli nella progettualità politica di FdI. Questa città per molti aspetti negli ultimi dieci anni è stata abbandonata dalla politica. Abbiamo avuto de Magistris che ha vinto la seconda volta perché non aveva candidati alternativi credibili; oggi c’è Manfredi diventato sindaco quasi per inerzia. Purtroppo un personale politico valido sui territori manca a FdI come a tutti i partiti. Lo stesso Pd ha fortemente mortificato le rappresentanze napoletane e campane. Basti pensare ad Amendola candidato in Basilicata. Per il centrodestra la cosa appare ancora più grave visto che ha dimostrato a Napoli una grande debolezza sin dalla nascita, anche perché la Lega pesava tanto nell’elaborazione dei programmi e con la fine di Alleanza Nazionale questa situazione ha raggiunto livelli parossistici, con Forza Italia che mantiene un interesse per Napoli forse più sentimentale e dovuto all’amore di Berlusconi per la città che sostanziale». Quindi per Meloni è meglio evitare Napoli? «Sicuramente tenersi lontana da Napoli in una campagna elettorale che è tutta incentrata sulle figure dei leader nazionali fa evitare scivoloni. Se Meloni fosse venuta a Napoli i giornalisti le avrebbe potuto fare qualche domanda sulle ultime disastrose elezioni comunali, sulle ruggini e sui contrasti interni al suo partito locale. Però non porsi Napoli come questione in una fase come questa, tatticamente sarà anche conveniente ma è un errore strategico enorme». In che senso? «Il Pnrr, il cambio di paradigma geopolitico prodotto dalla guerra e la nascita di nuovi equilibri globali danno al Sud e a Napoli una centralità nuova. Quindi adesso il disinteresse politico nei confronti di questa città non è più ammissibile. Se prima poteva essere sbagliato da un punto di vista di etica politica, oggi è sbagliato anche da un punto di vista strategico. Non a caso negli ultimi sei mesi abbiamo avuto una passerella, senza precedenti, di ministri e di leader nazionali che si sono affacciati in città. Sono venuti tutti. È vero che molti sono napoletani ma avevano dimenticato di esserlo negli anni precedenti, a cominciare da Di Maio e Carfagna. Vengono perché Napoli sta tornado centrale e proprio su questo Fratelli d’Italia è indietro, forse anche perché mancano all’interno di questo partito, i sensori sul territorio che in qualche modo diano indicazioni e conoscano la realtà delle cose. Il partito di Giorgia Meloni qui a Napoli si accontenta di un personale politico non particolarmente attivo e questo lo rende più debole che altrove». Questo avrà una ricaduta in termini elettorali? «Certo. Credo che su Napoli Fratelli d’Italia si assesterà ad un livello di consenso più basso rispetto alla media nazionale ma comunque intorno al 17%. Un livello che poteva essere ancora più limitato se si fosse votato a scadenza naturale della legislatura. Una campagna elettorale breve ha avvantaggiato il partito di Meloni. Per estremizzare se si fosse votato ad aprile FdI non sarebbe arrivato in doppia cifra». Su queste ipotesi quanto potrebbe incidere la mancanza di una visita partenopea della Meloni? «Certo il fatto che Giorgia Meloni non venga proprio a Napoli potrebbe essere notato dall’elettorato e in qualche modo determinare dei contraccolpi anche pesanti elettoralmente». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 17 settembre 2022 | 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-17 08:08:00, Storico e profondo conoscitore della destra napoletana: «Non so se sia stato un errore o un messaggio. Ma qui il partito ha avuto una serie di difficoltà»,

Pietro Guerra

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