L’inclusione come “materia” di tutti
Come impegno dell’intera comunità scolastica e come strumento di arricchimento reciproco, non più come “problema” lasciato esclusivamente sulle spalle di famiglie, insegnanti di sostegno, alunni con disabilità. È questo il passaggio che viene segnato con le nuove regole. La scuola prova a fare da traino per cambiare impostazione e rafforzare la collaborazione fra le istituzioni coinvolte, mettendo i ragazzi al centro di uno sforzo collettivo fatto a livello centrale e territoriale. Con un maggiore coinvolgimento dei diversi attori in campo.
Strumenti potenziati
A questo scopo le norme del 2017, ulteriormente modificate nel 2019, hanno riscritto in parte l’architettura e il coordinamento dei Gruppi di lavoro deputati ad occuparsi di inclusione degli alunni con disabilità dentro la scuola e nel sistema scolastico. E puntano a potenziare strumenti come il Pei, il Piano educativo individualizzato, che diventa più centrale nel rapporto fra lo studente con disabilità e la comunità scolastica che lo accoglie. È nel Pei che vengono assorbiti tutti gli obiettivi del Profilo di funzionamento.
È con il Pei che la scuola si impegna nei confronti dello studente e della sua famiglia.
Nel Pei sono indicati tutti gli elementi che caratterizzeranno la vita scolastica dell’alunno con disabilità. Fra questi le modalità di verifica, la proposta di richiesta delle risorse professionali da destinare all’assistenza, all’autonomia e alla comunicazione, al sostegno, gli interventi di assistenza igienica e di base. Nel Pei, per la scuola secondaria di II grado sono poi individuate le modalità per lo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, l’ex alternanza scuola-lavoro. Con lo scopo di assicurare il massimo coinvolgimento anche degli alunni con disabilità anche in questo tipo di attività.
Il Pei, dispongono le norme, sarà redatto ogni anno in via provvisoria entro giugno (in tempo per richiedere l’organico di sostegno per l’anno successivo) e in via definitiva non oltre il mese di ottobre. Con un decreto del Miur sarà fornito alle scuole un modello a cui ispirarsi.
Gruppi di lavoro
Ma quali sono i gruppi di lavoro che si occupano delle varie fasi dell’inclusione? Le sigle sono diverse e c’è un po’ il rischio di “perdersi”. Proviamo ad orientarci.
Su base provinciale opereranno i Gruppi per l’inclusione territoriale (Git), nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Pei secondo la nuova prospettiva bio-psico-sociale alla base dell’Icf e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’inclusione. I Git avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio scolastico regionale.
A livello di Ufficio scolastico sono previsti i Glir, Gruppi di lavoro interistituzionale regionali, per supportare i Git e le Reti di scuole. Restano attivi i Cts (Centri territoriali di supporto) su base provinciale che, a differenza dei Git, con compiti di governance, forniranno supporto alle scuole in termini di consulenza, formazione e fornitura di ausili e sussidi, oltre che nello sviluppo delle nuove tecnologie per l’inclusione.
Nelle scuole
A livello scolastico è previsto, in ciascun Istituto, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione (Gli), composto da docenti curricolari, docenti di sostegno, eventualmente da personale Ata. Partecipano specialisti dell’Azienda sanitaria locale e del territorio di riferimento.
Il Gruppo viene nominato ed è presieduto dal dirigente scolastico, che si avvale della collaborazione anche di famiglie, degli stessi studenti con disabilità, di rappresentanti delle associazioni.
Il ruolo del Gli è quello di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l’inclusione degli alunni con disabilità a livello di istituto e di accompagnare docenti contitolari e i consigli di classe nell’attuazione dei Pei che viene redatto a livello di Glo (Gruppo di lavoro operativo).
Ogni Gruppo di lavoro operativo è composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione, per una inclusione che coinvolga tutte le componenti, dei genitori, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne, che interagiscono con la classe e, dove possibile, anche degli studenti con disabilità. È in questa sede, redigendo il Pei, che viene fatta, come accennato, la quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure necessarie, tenuto conto del profilo di funzionamento dell’alunno.
Richiesta posti di sostegno
Dal dirigente scolastico, sentito il Gli, partirà, ogni anno, la richiesta complessiva dei posti di sostegno che dovranno essere assegnati dagli Uffici scolastici, tenendo conto dell’organico ricevuto dal ministero dell’Istruzione.
Le nuove regole prevedono, in nome della continuità didattica, la possibilità di reiterazione anche dei contratti a tempo determinato. Purché il posto su cui la supplenza viene “prolungata” sia disponibile/vacante e il docente abbia un titolo di specializzazione.