Sboarina: «Non mi apparento con Tosi. Sembrerebbe un patto di palazzo. Me ne assumo la responsabilità»

di Riccardo BrunoIl sindaco uscente di Verona: «Gli elettori capiranno, la città non andrà a sinistra». Domenica 26 giugno si giocherà la riconferma contro il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi Sindaco, dunque nessun ripensamento, niente apparentamenti con Tosi e Forza Italia, nonostante gli inviti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Non teme che, in caso di sconfitta al ballottaggio, daranno tutta la colpa alla sua ostinazione? «Voglio fare una premessa: la mia non è una chiusura, sin dal primo momento ho sempre aperto a un accordo di programma. Poi è vero, mi sono confrontato con i vari leader ed è una scelta mia, nel momento in cui l’ho presa mi sono assunto la responsabilità di tutte le conseguenze». Quando l’ha detto alla Meloni, lei come l’ha presa? «Abbiamo fatto insieme tutte le valutazioni. Ho spiegato che la mia voleva essere una posizione lineare, non un’alchimia. L’apparentamento tecnico agli occhi dei cittadini appare come una logica di palazzo». Federico Sboarina è il sindaco uscente di Verona. Domenica prossima si giocherà la riconferma contro il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi che parte in vantaggio (39,8%). Il centrodestra al primo turno si è spaccato tra Sboarina (32,7%) e Flavio Tosi (23,9%), divisi più che da orizzonti ideali da ruggini personali. All’indomani del voto Tosi ha aderito a Forza Italia e ha offerto il proprio sostegno, purché sancito da un patto formale. L’accordo avrebbe potuto consegnare 9 consiglieri su 22 a Tosi, di fatto gli avrebbe dato il pacchetto di controllo di una futura maggioranza. Inaccettabile per lei? «Al di là di attribuire più consiglieri a Tosi, li avrebbe dati anche alla coalizione di Tommasi. Visto che la sinistra è il nostro comune nemico, ho chiesto di costruire un progetto comune». Oggi Tosi ha detto che voterà per lei, poi però l’ha accusata di perseguire «logiche antidemocratiche». La ritiene più un’apertura o un modo per metterla in difficoltà? «Secondo lei?… Diciamo che lo ringrazio per l’appoggio, poi probabilmente lui ha punti di vista diversi dai miei, ma di sicuro il mio atteggiamento non è antidemocratico. La realtà è che da un lato c’è una sinistra che ha cercato di bloccare in tutti i modi lo sviluppo della città, dall’altro ci siamo noi che rappresentiamo un’area culturale omogenea sui valori, come la sicurezza o la famiglia, ma anche sui progetti amministrativi». Molte sue proposte sono state però contestate da Tosi. «È vero, ma prenda ad esempio il progetto del Central park, la nuova area verde. Al di là della dialettica, il suo programma è simile al nostro. Gli argomenti di contrasto sono stati semmai se l’avevo detto prima io oppure lui… I temi importanti, come la sicurezza o l’immigrazione clandestina, stanno a cuore a entrambi». Non può negare che i vostri rapporti siano complicati. «Non ne faccio una questione personale. Siamo cresciuti nella stessa area politica, poi nel 2015 lui venne espulso dalla Lega e si mise contro Zaia, io invece ho sempre appoggiato il nostro governatore. Sui referendum lui ha seguito Renzi, e nel 2017 mi sono posto come una novità rispetto alla candidatura a sindaco di Patrizia Bisinella, che poi è diventata sua moglie. Abbiamo preso strade diverse, e io sono sempre rimasto lineare e coerente». Ci sono state anche accuse spiacevoli, persino querele. Un sovrappiù che c’entra poco con la politica. «Questo non dovrebbe chiederlo a me». Pensa di essere la vittima? «No, io faccio tutto tranne la vittima. Diciamo che ognuno ha le sue modalità di fare attività politica. Io vado avanti per la mia strada e poi sinceramente, come si dice, non ti curar di lor…». Resta il fatto che anche al ballottaggio avete dato l’immagine di un centrodestra lacerato. Di chi è la colpa? «Non parlo degli altri e non parlo di colpe. Il mio stile è di essere propositivo. Dico solo che al primo turno ci sono state due proposte provenienti dalla stessa area politica, l’auspicio è che al ballottaggio gli elettori di centrodestra capiscano che la città non può svoltare a sinistra». 18 giugno 2022 (modifica il 18 giugno 2022 | 23:16) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-18 21:05:00, Sboarina: gli elettori capiranno, Verona non andrà a sinistra, Riccardo Bruno

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