Scarsa l’attenzione dedicata all’innovazione nelle classi

La nuova scuola/I programmi elettorali

La scuola digitale continua a essere associata alla didattica a distanza. O almeno questa è l’idea che i partiti hanno dimostrato di avere in campagna elettorale

di Eugenio Bruno

(AdobeStock)

4′ di lettura

Nell’immaginario collettivo la scuola digitale continua a essere associata alla didattica a distanza. O almeno questa è l’idea che i partiti hanno dimostrato di avere in campagna elettorale. Se l’innovazione tecnologica nelle classi è uscita dal cono d’ombra nel quale era precipitata un anno e mezzo fa, quando le lezioni in presenza sono tornate a essere la regola è stato solo per schierarsi contro l’ipotesi di un utilizzo seppure parziale delle lezioni a remoto. Come è accaduto a fine agosto quando il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha lanciato l’idea del sabato in Dad per ridurre la bolletta energetica delle scuole. In quel caso la levata di scudi è stata generale e la questione è di fatto tornata nel cassetto. Ma la chiusura delle scuole e il conseguente ricorso all’e-learning che abbiamo sperimentato nelle fasi più acute della pandemia sembra ancora resistere nell’immaginario collettivo al punto che alcune forze politiche hanno messo nero su bianco il loro no alla Dad anche nei loro programmi elettorali.

La crociata del centrodestra

A occuparsene è innanzitutto il centrodestra. Non tanto nell’accordo quadro “Per l’Italia” che alla scuola si limita a dedicare una paginetta con propositi generici quanto, ad esempio, nelle linee programmatiche proposte dalla Lega. «Prevenzione sanitaria: mai più didattica a distanza»: viene definito così uno dei cinque interventi fondamentali per il comparto istruzione individuati dal Carroccio. Un proposito che si sostanzia, da un lato, nella proposta di istituire «presìdi sanitari di medicina scolastica inserendo nell’organico della scuola la figura dell’infermiere-operatore sanitario, due in quelle con più di 1.200 allievi» e, dall’altro, nell’adozione di «quanto utile a evitare il contagio da Covid-19 in tutti i locali della struttura scolastica». A cominciare dai sistemi di ventilazione meccanica di cui ci occupiamo nelle pagine seguenti della guida. Ma la Lega quando parla di digitale pensa anche a un ministero dell’Innovazione da istituire a Milano e a un lavoro di «promozione dell’educazione digitale e dell’inclusione tecnologica delle persone che si trovano in situazioni di divario digitale, con particolare attenzione ai benefici per le persone con disabilità». Oltre che a una riforma dell’istruzione tecnica e professionale che passi dal potenziamento dei laboratori.

Ventilazione e areazione che troviamo anche nel programma di Forza Italia. Insieme alla richiesta di avere «più scuole innovative del primo ciclo (a tempo pieno, con mense e palestre) e campus di scuole secondarie superiori con laboratori scientifici e centri sportivi» e all’annuncio, tout-court, di introdurre il coding e la «didattica digitale, con copertura con la banda larga» senza ulteriori delucidazioni in merito.

Completa il quadro Fratelli d’Italia con un paio di accenni. Il primo per aggiornare i programmi scolastici, tutelando le materie classiche e al tempo stesso potenziando «l’insegnamento delle materie scientifiche in tutti gli istituti, a partire dalla matematica». Il secondo per dare la «piena e completa possibilità di acquisto e utilizzo dei libri di testo in formato elettronico per diminuire il costo sostenuto dalle famiglie».

, 2022-09-23 06:57:00, La scuola digitale continua a essere associata alla didattica a distanza. O almeno questa è l’idea che i partiti hanno dimostrato di avere in campagna elettorale, di Eugenio Bruno

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