Scheherazade, lo «yacht di Putin» bloccato dall’Italia. Il governo firma il decreto di «congelamento» dell’imbarcazione

I lavori di manutenzione sul misterioso Scheherazade, lo yacht di 140 metri dal valore di 700 milioni di dollari che si sospetta possa essere di Putin, non sono ancora terminati. Il bacino della società privata che lo ospita nel porto di Marina di Carrara è stato però riempito d’acqua e dunque il panfilo potrebbe tornare in mare aperto molto presto. Riuscirà a sfuggire a nuove e più accurate indagini alle quali stanno partecipando, oltre alla guardia di Finanza, anche i servizi segreti italiani? Probabilmente no perché venerdì 6 maggio è arrivata la notizia del blocco della nave: il ministro Daniele Franco ha firmato il decreto di congelamento dell’imbarcazione di lusso. L’imbarcazione, battente bandiera delle Isole Cayman e ormeggiata a Marina di Carrara, era da tempo all’attenzione delle autorità competenti.

Il proprietario è l’ex presidente di Rosneft

Il motivo non è l’appartenenza del super yacht al capo del Cremlino che non è stata accertata, almeno per ora. Formalmente la proprietà del panfilo è riconducibile all’oligarca Eduard Khudaynatov, ex presidente di Rosneft e proprietario di Villa Altachiara, la residenza sul promontorio di Portofino dove morì la contessa Francesca Vacca Agusta. E anche se c’è il sospetto, da parte dei servizi segreti americani e del team del dissidente russo Alexsej Navalny che Putin possa avere a disposizione questo lussuoso gioiello galleggiante, manca la prova regina. Adesso però è l’ufficiale proprietario a rischiare provvedimenti. L’Italia, secondo l’Ansa, ha chiesto che il nome di Khudaynatov sia inserito nella black list europea e, in attesa che questo avvenga con conseguente sequestro (un altro oligarca, Andrey Melnichenko, ha messo in mano a un pool di avvocati la pratica del suo yacht da 530 milioni sequestrato a Trieste dalla Guardia di Finanza, ndr), lo yacht è stato «congelato» con un provvedimento del ministero dell’Economia. A chiamare lo Scheherazade «lo yacht di Putin» erano stati, come riportato dal New York Times, alcuni membri dell’equipaggio. Poi, dopo smentite e contro smentite, erano stati pubblicati i nomi dei membri dell’equipaggio e l’ipotesi Putin aveva preso ancora più forza.

La rivelazione di Navalny

Il team di Aleksei Navalny, l’attivista politico russo avversario di Putin prima avvelenato e poi imprigionato nelle carceri di Mosca, aveva rivelato che nella lista dei 23 nomi dell’equipaggio compilata a Carrara il 17 dicembre del 2020 (la yacht arriva spesso in Toscana per lavori di manutenzione) apparivano nomi legatissimi al leader del Cremlino. Secondo Maria Pevchikh e Georgi Alburov, due persone del gruppo vicino al dissidente Navalny, «il numero due dello yacht si chiama Sergey Grishin, registrato nelle rubriche telefoniche di diverse altre persone come Sergei G Fso. A seguire, c’è Anatoly Furtel, residente a via Furmanova, 10, a Sochi, sede dell’ufficio dell’Fso che garantisce la sicurezza della residenza del presidente di Bocharov Ruchey». Un altro membro dell’equipaggio sarebbe Evgheny Schvedov, ufficiale di sicurezza per l’unità militare 38974, che poi risulta essere sempre l’Fso per il Caucaso. Putin avrebbe scelto Scheherazade dopo aver trasferito il precedente yacht, chiamato Graceful, all’oligarca Gennadi Timchenko.

, 2022-05-06 21:36:00, Il panfilo è collegato all’oligarca Eduard Khudaynatov, ex presidente di Rosneft e proprietario di Villa Altachiara. Il ministro Daniele Franco ha firmato il decreto di congelamento dell’imbarcazione di lusso attraccata a Marina di Carrara, Marco Gasperetti

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