Scuola, arrivano i ricorsi di 20mila maestre escluse

Le docenti non laureate contro il concorso non selettivo di insegnanti per infanzia ed elementari

Dal concorso al ricorso il passo è beve, brevissimo. Ne sa qualcosa il mondo della scuola che, negli ultimi decenni, ha visto chiudere e riaprire sia le prove selettive sia le relative graduatorie attraverso le sentenze dei tribunali. Questa è la volta del concorso straordinario riservato ai docenti della scuola dell’infanzia e della scuola elementare, su cui incombe l’arrivo di 20 mila ricorsi da parte dei sindacati. L’obiettivo del concorso non selettivo, previsto dal Decreto Dignità varato dal Governo, è quello di risolvere da un lato il problema delle diplomate magistrali con il titolo abilitante all’insegnamento ottenuto prima del 2001-2002, escluse dalla graduatoria ad esaurimento per decisione del Consiglio di Stato, e dall’altro quello delle laureate in scienze della formazione primaria che, nonostante siano in possesso di un titolo abilitante, nelle graduatorie ad esaurimento non sono mai potute entrare.
CRITERIDue facce della stessa medaglia da cui ora dovrà uscire un’unica graduatoria, per titoli e servizio, in cui confluiranno 12mila maestre provenienti da percorsi decisamente diversi. Dodici mila maestre a fronte di un esercito composto da circa 50mila diplomate, iscritte in graduatoria ad esaurimento con riserva e poi escluse, e da migliaia di laureate. Come si arriva a 12mila posti, visto che il concorso non sarà selettivo? La selezione viene fatta dai requisiti: i candidati, infatti, devono essere tutti abilitati e con due anni di servizio, svolti negli ultimi 8 anni. E su questi due punti intervengono i ricorsi. Potrebbe infatti partire una possibile valanga di 20mila ricorsi da parte di chi, ora, vuole accedere alla nuova graduatoria che si verrà a creare. In prima linea il sindacato Anief: «Impugneremo innanzitutto l’eventuale esclusione dei diplomati magistrali che hanno prestato il servizio tra il 1999-2009 spiega il segretario Marcello Pacifico si tratta di circa 5mila persone che hanno raggiunto i due anni di servizio con supplenze precedenti al 2010. Faremo ricorso anche per tutelare i circa 5mila laureati in Scienze della Formazione Primaria i cui anni di tirocinio non vengono riconosciuti come servizio. Interverremo anche a favore dei circa 200 educatori, il cui titolo non sembra volere essere riconosciuto per l’accesso alla primaria, e dei docenti che hanno prestato servizio nella scuola paritaria, anche loro discriminati».
A questi si aggiungono poi i ricorsi già in cantiere con l’associazione Radamante per i docenti diplomati magistrali e specializzati nel sostegno che hanno l’abilitazione ma non hanno il servizio: sarebbero in tutto 10mila. Un totale di oltre 20mila docenti, che vorrebbero sottoporsi al concorso straordinario, decisamente facilitato rispetto a quelli passati: è prevista infatti un’unica prova d’esame orale della durata massima di 30 minuti, dedicati ad una lezione simulata e al colloquio con la commissione in cui verrà valutata anche la conoscenza della lingua straniera.
NODOE questa potrebbe essere un’altra nota dolente. Il Coordinamento nazionale di scienze della formazione primaria pone infatti il problema della valutazione in sede di esame del livello B2 per la lingua straniera: «in assenza di altre certificazioni chiede il comitato composto da laureati e laureandi in Sfp – può una prova orale di breve durata attribuire un’idoneità B2 a docenti che entreranno in classe? Passino le abilità di ascolto e parlato, ma come verranno accertate quelle di scrittura e lettura?». Tanti quesiti e altrettante polemiche che potrebbero far partire il concorso decisamente in salita, se non addirittura fermarlo. Va da sé che si tratta di una difficile soluzione per uscire da anni di graduatorie e reclutamento sempre diversi e non in linea uno con l’altro. E allora per il futuro? Il Ministro all’istruzione Marco Bussetti punta su concorsi mirati alla reale necessità di docenti, calcolata su base regionale. Il concorso, messo a punto nella bozza della legge di bilancio, prevede l’accesso a tutti i laureati con 24 crediti in discipline antro-psicopedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche. Superato il concorso, i docenti iniziano il percorso annuale con un contratto di supplenza e poi vengono assunti in ruolo.
Lorena Loiacono

Pietro Guerra

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