Scuola, Dad non tutta da buttare: per 7 genitori su 10 tecnologia essenziale anche in futuro

Innovazione e didattica

I risultati dell’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu – partner dell’Istruzione – in collaborazione con l’istituto di ricerche Bva Doxa

di Redazione Scuola

(insta_photos – stock.adobe.com)

5′ di lettura

Nell’esperienza della Dad non tutto è da buttare: per più di 7 genitori su 10, la tecnologia, ormai percepita come prezioso ausilio all’apprendimento verso una nuova normalità, sarà essenziale anche in futuro. La connessione a Internet è stata un problema per meno di 2 famiglie su 10, mentre 3 mamme su 10 manterrebbero la scuola “ibrida”, in presenza ma con la possibilità di seguire le lezioni da remoto. Solo il 17% dei papà ha seguito i figli in Dad – contro il 67% delle mamme – mentre la materia tipicamente più ostica – la matematica – è in realtà anche la più amata dagli studenti, con il 26% delle preferenze. Le ansie dei genitori sono cresciute per il 65% post pandemia: non tanto per il contagio in sé, quanto per gli effetti psicologici del distanziamento sui ragazzi (oltre 4 su 10). Infine, per rendere la didattica più stimolante, i genitori propongono un ritorno alle esperienze dirette nelle attività sul territorio: largo a fattorie, aziende agricole, aziende alimentari. Sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu, piattaforma di formazione digitale fondata nel 2013 a Milano, partner del ministero dell’Istruzione attraverso il protocollo d’intesa «per la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione didattica e digitale nella Scuola Italiana».

Indagine statistica

In collaborazione con l’istituto di ricerche Bva Doxa, MyEdu ha portato a termine un’indagine statistica che offre lo spaccato su come la scuola digitale e in particolare la didattica a distanza siano state percepite dagli studenti delle scuole primarie attraverso un campione totale di 3.500 tra alunni dai 5 ai 13 anni e i genitori che hanno vissuto l’esperienza della dad a stretto contatto con i propri figli. «Questo biennio di Dad ha accelerato di almeno 5/6 anni il grado di utilizzo degli strumenti di didattica digitale da parte di docenti e alunni – commenta Laura Fumagalli, presidente di MyEdu – Per analizzare cosa è mancato in questo periodo e per migliorare l’offerta di contenuti e risorse digitali è fondamentale partire dalle esperienze dirette di chi ha vissuto questa fase così delicata in prima persona. Investire sulla didattica digitale integrata oltre la fase emergenziale è oggi essenziale per rendere questi strumenti sempre più rispondenti alle reali esigenze del mondo della scuola e della famiglia».

Tecnologia protagonista

«Durante la pandemia la tecnologia è stata protagonista delle giornate in modo più evidente che negli anni precedenti, un’occasione per i genitori per coglierne i diversi aspetti e le potenzialità. Di fronte a una situazione tanto anomala si sono abbattute barriere radicate nel tempo – sostiene Cristina Liverani, Kids & Special Projects Unit Manager di Bva Doxa – I genitori dei ragazzi tra i 5 i 13 anni, infatti, vedono nei device tecnologici “oggetti” utili come supporti per la didattica e la formazione (33% dei genitori intervistati), per passare il tempo (30%) o per mettersi in contatto con amici e parenti (24%). Oltre al digital, la ricerca ha voluto dare spazio anche alla “normalità” della giornata, con una domanda specifica sulle attività svolte oltre “all’andare a scuola».

Voglia di uscire

Si è delineata una sostanziale voglia di uscire dalle mura di casa: in un anno passano dal 13% al 28% i ragazzi che dicono di essere usciti con gli amici; calano di 8 punti percentuali quelli che hanno guardato la tv; aumentano quelli che sono andati a giocare fuori casa, passando dal 7% al 14%; calano anche i ragazzi che hanno giocato ai videogiochi (dal 25 al 21%). In questo panorama si inserisce la ricerca svolta nelle scuole da MyEdu che ha focalizzato anche le paure e le speranze dei genitori degli alunni in età scolare.

Cosa non ha funzionato?

Ma che cosa non ha funzionato durante la Dad? Dalle risposte emerge che il 21% dei genitori intervistati lamenta che la Dad non abbia stimolato abbastanza l’attenzione dei propri figli. Altro fattore che ha influenzato in modo negativo la scuola durante il lockdown è stata l’impossibilità da parte dei genitori di seguire i propri figli, perché in smartworking (17%). Subito dopo seguono con il 16% i genitori soddisfatti, circa 1 su 5. Il collegamento a internet è stato un problema per il 14% degli intervistati, dato che rincuora rispetto a statistiche molto più pessimistiche.

, 2022-06-10 14:48:00, I risultati dell’analisi annuale dell’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu – partner dell’Istruzione – in collaborazione con l’istituto di ricerche Bva Doxa, di Redazione Scuola

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