Scuola, mascherine sì o no in classema tutti i presidi sono per farle tenere

di Chiara Sandrucci

I depositi degli istituti pieni di dispositivi di protezione individuale in attesa della decisione del governo

Le scuole torinesi non hanno dubbi, meglio tenere le mascherine fino alla fine dell’anno scolastico. Intervalli in cortile compresi. In linea con la decisione attesa dal governo sui luoghi al chiuso dove mantenere l’obbligo anche dopo il primo maggio, i presidi concordano sul fatto che in classe sia ancora necessaria.

Ma i genitori protestano e vogliono rispedire al mittente le mascherine ministeriali che si accumulano in casa e nei magazzini delle scuole. «Ormai è rimasto solo poco più di un mese, credo che un ultimo sforzo finale non costi poi questa grande fatica», sostiene Fabio Falvo, preside dell’Ic Matteotti Rignon, sostenitore della mascherina fino alla fine. «La mascherina è ancora una buona prassi per la prevenzione, soprattutto alla scuola primaria dove la percentuale di vaccinati rimane bassa», argomenta Barbara Floris, dirigente dell’Ic Salvemini.

La situazione dei contagi è stazionaria nella maggior parte delle scuole, solo alcune segnalano un aumento dopo Pasqua. Ma abolita la Dad di classe, le assenze individuali causa Covid continuano. Sia tra gli allievi che tra gli insegnanti. Alle superiori c’è anche qualche preoccupazione in vista della maturità. «Se togliessimo le mascherine temo che non riusciremo a fare tutti insieme gli scritti e dovremo ricorrere alla prova suppletiva», dice Maurizia Basili, preside del liceo scientifico Volta.

Eppure tra genitori e docenti serpeggia il malumore. «Non è possibile che gli studenti italiani siano gli unici in tutta Europa a restare con le mascherine», sostiene il Collettivo Scuola Piemonte, che si è dato appuntamento il 25 aprile in piazza Castello per la festa della liberazione (dalle mascherine). L’invito è di rispedirle al mittente, cioè al ministero dell’Istruzione. In busta singola o in scatoloni. «Le ho conservate tutte e aspetto la fine dell’anno per confezionare il pacco postale, così almeno non le devo gettare nell’indifferenziata», dice Marcella Turchetti, madre di due bambini alle elementari. «Non è giusto sacrificare un altro mese, le mascherine danneggiano l’apprendimento delle emozioni e delle lingue».

C’è poi chi si domanda che senso abbia doverle tenere persino in cortile. «Mi sembra assurdo che resti obbligatoria anche all’aperto», sostiene Marilena Dore, due figli alle scuole di Settimo, che suggerisce piuttosto che siano i docenti a continuare a proteggersi. «La scuola italiana ha aule piccole dove si resta a lungo, mentre all’estero la didattica prevede maggior mobilità fra gli spazi — ribatte Lorenza Patriarca, preside della Tommaseo, che segnala una ripresa dei contagi —. In cortile si tiene la mascherina se ci sono più classi insieme e quindi assembramenti».

Nel frattempo, le chirurgiche ministeriali, giudicate scomode dalla maggior parte delle famiglie, si accumulano anche nei magazzini delle scuole che non sanno più dove metterle. I presidi hanno già chiesto di sospendere l’invio «per evitare inutili accumuli», ma non sempre la risposta è stata immediata. Che fine faranno? C’è chi sta pensando di donarle ad associazioni o Rsa, altri di spedirle dove mancano come in Africa o Sud America.

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26 aprile 2022 (modifica il 27 aprile 2022 | 08:27)

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, 2022-04-27 06:33:00, I depositi degli istituti pieni di dispositivi di protezione individuale in attesa della decisione del governo, Chiara Sandrucci

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