Scuola, quando la città diventa un laboratorio per gli studenti

di Francesco Sellari

A Roma presentata la «mappa della città educante», 131 proposte delle istituzioni culturali pubbliche della città per gli studenti. Dal giardinaggio al balletto, dall’opera alle Stem, le idee per tenere aperte le scuole anche al pomeriggio

Si chiama «Mappa della città educante» e raccoglie 131 proposte elaborate da diciotto tra le più prestigiose istituzioni culturali pubbliche della città. Oltre ad alunni e alunne, i destinatari del catalogo sono i docenti e in alcuni casi anche le famiglie romane. Alla mappa si affianca il finanziamento di 114 progetti che consentiranno agli studenti e alle studentesse della Capitale di poter usufruire degli spazi scolastici nel pomeriggio, la sera e nei fine settimana, per poter partecipare ad attività artistiche, culturali, di sostegno scolastico. Due azioni presentate congiuntamente il 27 ottobre al Teatro India che vanno nella stessa direzione: quella dell’osmosi tra scuola e territorio. Con il doppio obiettivo di contrastare la povertà educativa e prevenire la dispersione scolastica.

La mappa

I progetti raccolti nella Mappa della città educante spaziano dall’arte alla storia, dalla scienza alla tecnologia, dalle pari opportunità alla sostenibilità e alla tutela ambientale, dall’educazione affettiva e al benessere psico-fisico alla promozione dei valori di cittadinanza, inclusione e partecipazione. Solo per citarne alcuni: si va dai laboratori di giardinaggio al percorso letterario per l’educazione civica promosso dal Dipartimento di Scienze della formazione di Roma Tre. Dalla possibilità di studiare e conoscere un’opera o un balletto grazie alle lezioni progettate dal Teatro dell’Opera, ai percorsi di avvicinamento all’arte contemporanea al Macro. Da G4Greta, Girls for green technology applications, progetto del dipartimento di informatica della Sapienza che vuole coinvolgere le studentesse nello sviluppo di app per il supporto alla sostenibilità ambientale, alle «Bufale nel piatto», ovvero un ciclo di incontri con specialisti dell’alimentazione per acquisire strumenti utili a valutare la correttezza e l’affidabilità delle informazioni inerenti le tematiche alimentari. Le attività che animeranno le scuole nell’orario extrascolastico riguardano l’insegnamento dell’italiano L2 (lingua seconda), laboratori di musica e teatro, sportelli di ascolto psicologico e per la prevenzione dei fenomeni di bullismo, corsi di avvicinamento alle materie Stem.

Colmare i divari

«Sappiamo che abbiamo un enorme gap infrastrutturale da colmare per la scuola – ha ricordato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – Sappiamo che gli investimenti per la scuola devono servire per togliere l’amianto, aggiustare i controsoffitti, creare spazi verdi e spazi per lo sport. Ma noi vogliamo anche che la scuola sia il tassello fondamentale di una città che riesce a essere comunità educante, inclusiva e solidale. Un elemento connettivo. La scuola può beneficiare da una maggiore osmosi con il territorio e a sua volta può dare tanto». Gualtieri è intervenuto anche sul tema del merito, alla ribalta in questi giorni a seguito della nuova denominazione del ministero dell’Istruzione. «Merito è una parola bellissima. Dobbiamo valorizzarlo, ma come dice il Papa, dobbiamo fare attenzione che il merito non diventi una legittimazione etica delle disuguaglianze». «Queste iniziative hanno a che vedere con lo spazio e il tempo – ha sottolineato Franco Lorenzoni, maestro e scrittore da tempo impegnato nella sperimentazione educativa – Lo spazio è importante perché non possiamo abitare sempre e solo quella classe. Se poi siamo sfortunati quella classe magari si trova in un edificio brutto in un quartiere brutto. E anche il tempo è fondamentale. Dobbiamo darci il tempo necessario ad ascoltare le differenze che abitano le nostre classi. Quindi è un bene aumentare il tempo ma bisogna fare altre cose. La scuola rischia di far sembrare sempre tutto uguale. Sempre la stessa impostazione per ogni materia. E questa è una rovina. La sfida per noi insegnanti è trasformare la conoscenza in laboratorio, ovvero trasformare un contenuto culturale in qualcosa in cui i ragazzi e le ragazze possano entrare».

30 ottobre 2022 (modifica il 30 ottobre 2022 | 18:28)

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