l’editoriale Mezzogiorno, 14 maggio 2022 – 09:33 La commissione parlamentare di Davide Grittani Anche chi era abituato alle sue intemerate stavolta è rimasto sorpreso dalle recenti considerazioni del presidente della commissione parlamentare sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali. Come da incarico, Nicola Morra parla di mafie e dintorni. Come da personaggio, si fatica a capire a quale Paese faccia riferimento. Se a quello che i Cinque Stelle avrebbe dovuto «aprire come una scatoletta di tonno» (cit. Beppe Grillo) o a quello reale. Perché la distanza tra le due Italie è siderale. Lanciandosi in un’analisi della legge che disciplina lo scioglimento dei Consigli comunali e provinciali per infiltrazioni di stampo mafioso (art. 143 testo unico Enti Locali, DL 267/2000), Morra dice «di aver avuto contezza delle significative criticità che caratterizzano l’istituto dello scioglimento» soprattutto in ordine «alla riconferma di sindaci eletti prima che avvenisse lo scioglimento, riscontrando una rilevante presenza di liste civiche in luogo dei partiti tradizionali (…) e una scarsa effettiva competizione elettorale». Tutto ciò non durante un’intervista in cui le parole potrebbero cedere all’emotività ma dentro la relazione sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza nei Comuni sciolti per mafia, redatta da Morra su dati ed elementi aggiornati al 2020 (prima dello scioglimento di Foggia, il più pesante d’Italia dopo quello di Reggio Calabria). Col necessario rispetto che si deve al presidente della commissione antimafia, verrebbe da dirgli «benvenuto nel tonno». Questa la “scatoletta” che i Cinque Stelle (cui Morra non appartiene più) avrebbero voluto squarciare ma non hanno neanche sfiorato. Perché le sue parole riguardano la Puglia molto da vicino? Perché i Comuni sciolti per mafia in Puglia (23), quindi in Capitanata (5 negli ultimi 7 anni), restituiscono una realtà politica compromessa, uno scenario in cui pregi e difetti della 267/2000 si annullano a vicenda restando a fatica a galla sull’equilibrio istituzionale che traghetta queste cose. Morra se ne accorge ora, dopo che diversi consiglieri comunali Cinque Stelle hanno fatto parte delle giunte sciolte e dopo che numerose liste civiche (in cui spesso si nasconde la criminalità) hanno lisciato il pelo al Movimento che avrebbe dovuto finalmente estrarre e interrogare la “scatola nera della Repubblica”. Benvenuto nel Paese reale, Morra. E pensare che lei presiede la commissione parlamentare istituita proprio per difendere a oltranza l’intransigenza dello Stato, ovvero chi si schiera contro perde sempre. O quasi. 14 maggio 2022 | 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-14 07:34:00, La commissione parlamentare,